Ecco alcuni buoni motivi per cui non abbiamo firmato e non siamo d'accordo con
la Tobin Tax:
http://notizie.tiscali.it/articoli/interviste/12/10/tobin_tax_barrai_baglioni_verzelli.html?news
Noi,
che viaggiamo un pò più terra terra, ci eravamo già insospettiti nel rilevare le
insolitamente tempestive ed entusiastiche firme di Camusso, Angeletti e
Centrella (tralasciamo i politici, tra i quali, considerato il loro pregresso
rapporto con speculatori finanziari, determinate adesioni risultano patetiche,
ancor prima che sospette).
Come AGL osserviamo semplicemente che ci sembra
una trovata demagogica.Innanzitutto il mercato finanziario non è fatto solo di
dannosa speculazione ma anche di compravendita di titoli attraverso i quali
grandi aziende cercano il sostegno di una vasta platea di risparmiatori. Sarebbe
eventualmente più sensato tassare in più i guadagni che non l'operazione
finanziaria in se stessa, anche perchè il rischio concreto è che se in quel
mercato l'operazione è tassata (e quindi diventa antieconomica) uno va a farla
su un altro mercato.C'è poi un altro rischio: che vi sia una fuga di capitali
dall'Italia, con la conseguenza di vedere altri esuberi aggiuntivi, alle
migliaia attuali, nel personale delle banche che offrono il servizio di
trading.E' abbastanza noto poi che se l'effetto sarà la mancanza di liquidità su
quei mercati tassati, i comportamenti speculativi rischieranno di moltiplicarsi,
ottenendo esattamente l'effetto contrario a quello voluto, superficialmente, da
questi esperti di provenienza sindacale (un pò più competenti nel magna-magna,
forse, piuttosto che in materie finanziarie). Un maligno potrebbe addirittura
pensare che certe firme autorevoli abbiano ricevuto un imput interessato da
alcuni loro potenti amici appartenenti non certo al mondo delle fabbriche (e non
sarebbe la prima volta) .E' probabile poi che a un buon introito derivante dalla
tassazione si contrappongano costi sociali, derivanti dalla disoccupazione ben
maggiori, con un saldo negativo, alla fine, del gettito.E se ci sarà la gran
fuga dalla Borsa italiana,dove troveranno i capitali le imprese desiderose di
crescere?
martedì 30 ottobre 2012
FORNERO CONFERMA : RIFORMA PENSIONI FATTA "MENTULA CANIS"
Clicca su questo link per guardare il video-confessione
http://www.ansa.it/web/notizie/videogallery/italia/2012/10/29/Fornero-esodati-sapevamo-tutto-mi-candido-_7712944.html
http://www.ansa.it/web/notizie/videogallery/italia/2012/10/29/Fornero-esodati-sapevamo-tutto-mi-candido-_7712944.html
venerdì 26 ottobre 2012
RESPONSABILITA' DEL DATORE LAVORO PER LA FORMAZIONE DEL LAVORATORE: SENTENZA CASSAZIONE
(nella immagine: una macchina sega ossi)
Con la Sentenza n. 41191 del 22/10/2012, la Corte di Cassazione ha ribadito la responsabilità del datore di lavoro nel fornire un’adeguata formazione, anche in materia di sicurezza, al lavoratore che utilizza un macchinario pericoloso.
Alcuni passaggi della sentenza:
"""""""""Cassazione Penale, 22 ottobre 2012, n. 41191 - Macchina sega ossi e mancanza di formazione specifica e di DPI
(...)
le norme antinfortunistiche sono destinate a garantire la sicurezza delle condizioni di lavoro, anche in considerazione della possibile negligenza con la quale gli stessi lavoratori effettuano le prestazioni; e che la responsabilità del datore di lavoro può essere esclusa solo in presenza di un comportamento del lavoratore del tutto imprevedibile, tale da presentare i caratteri della eccezionalità rispetto al procedimento lavorativo. (...)
valenza esimente da assegnare alla condotta colposa posta in essere dal lavoratore, rispetto al soggetto che versa in posizione di garanzia. Si è, infatti, chiarito che, nel campo della sicurezza del lavoro, gli obblighi di vigilanza che gravano sull'imprenditore risultano funzionali anche rispetto alla possibilità che il lavoratore si dimostri imprudente o negligente verso la propria incolumità; e che può escludersi l'esistenza del rapporto di causalità unicamente nei casi in cui sia provata l'abnormità del comportamento del lavoratore infortunato e sia provato che proprio questa abnormità abbia dato causa all'evento. Nella materia che occupa deve, cioè, considerarsi abnorme il comportamento che, per la sua stranezza e imprevedibilità, si ponga al di fuori di ogni possibilità di controllo da parte delle persone preposte all'applicazione delle misure di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro; e la giurisprudenza di legittimità ha più volte affermato che l'eventuale colpa concorrente del lavoratore non può spiegare alcuna efficacia esimente per i soggetti aventi l'obbligo di sicurezza che si siano comunque resi responsabili della violazione di prescrizioni in materia antinfortunistica
(...)
non può affermarsi che abbia queste caratteristiche il comportamento del lavoratore (...)
che abbia compiuto un'operazione rientrante pienamente, oltre che nelle sue attribuzioni, nel segmento di lavoro attribuitogli (...)""""""""".
Con la Sentenza n. 41191 del 22/10/2012, la Corte di Cassazione ha ribadito la responsabilità del datore di lavoro nel fornire un’adeguata formazione, anche in materia di sicurezza, al lavoratore che utilizza un macchinario pericoloso.
Alcuni passaggi della sentenza:
"""""""""Cassazione Penale, 22 ottobre 2012, n. 41191 - Macchina sega ossi e mancanza di formazione specifica e di DPI
(...)
le norme antinfortunistiche sono destinate a garantire la sicurezza delle condizioni di lavoro, anche in considerazione della possibile negligenza con la quale gli stessi lavoratori effettuano le prestazioni; e che la responsabilità del datore di lavoro può essere esclusa solo in presenza di un comportamento del lavoratore del tutto imprevedibile, tale da presentare i caratteri della eccezionalità rispetto al procedimento lavorativo. (...)
valenza esimente da assegnare alla condotta colposa posta in essere dal lavoratore, rispetto al soggetto che versa in posizione di garanzia. Si è, infatti, chiarito che, nel campo della sicurezza del lavoro, gli obblighi di vigilanza che gravano sull'imprenditore risultano funzionali anche rispetto alla possibilità che il lavoratore si dimostri imprudente o negligente verso la propria incolumità; e che può escludersi l'esistenza del rapporto di causalità unicamente nei casi in cui sia provata l'abnormità del comportamento del lavoratore infortunato e sia provato che proprio questa abnormità abbia dato causa all'evento. Nella materia che occupa deve, cioè, considerarsi abnorme il comportamento che, per la sua stranezza e imprevedibilità, si ponga al di fuori di ogni possibilità di controllo da parte delle persone preposte all'applicazione delle misure di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro; e la giurisprudenza di legittimità ha più volte affermato che l'eventuale colpa concorrente del lavoratore non può spiegare alcuna efficacia esimente per i soggetti aventi l'obbligo di sicurezza che si siano comunque resi responsabili della violazione di prescrizioni in materia antinfortunistica
(...)
non può affermarsi che abbia queste caratteristiche il comportamento del lavoratore (...)
che abbia compiuto un'operazione rientrante pienamente, oltre che nelle sue attribuzioni, nel segmento di lavoro attribuitogli (...)""""""""".
giovedì 25 ottobre 2012
MEDIAZIONE OBBLIGATORIA, INTERVENTO CORTE COSTITUZIONALE
La Corte Costituzionale ha
dichiarato la illegittimità costituzionale del decreto legislativo 28 del
2010, per
eccesso di delega legislativa, nella parte in cui ha previsto
il carattere obbligatorio della procedura di mediazione, alternativo al processo
nelle controversie civili e commerciali al fine di ridurre il carico dei
procedimenti nei Tribunali.
**********************************************
COMMENTO ADIR-AGL:
Nonostante le apparenze si tratta, in sostanza, di una buona notizia. Infatti la Consulta ha stoppato la norma solo perchè il governo ha ecceduto i limiti della delega, non attenendosi ai principi e criteri direttivi previsti dalla legge di delegazione. E' un caso molto frequente.E' in un certo senso solo una "critica" al Governo per come ha proceduto ad attuare quanto deliberato dal Parlamento in attuazione della direttiva europea. Nonostante quanto le era stato richiesto, la Corte non ha dichiarato la mediazione obbligatoria illegittima per violazione degli articoli 3(principio di uguaglianza) e 24 (diritto di agire in giudizio) della Costituzione.Una volta letti, dopo il deposito, i motivi della sentenza, Parlamento e Governo avranno modo di adottare regole migliori che riguardino mediatori, relativi organismi e necessaria formazione.E' lasciata intatta dalla Consulta la libertà del cittadino ad usufruire della mediazione perchè economicamente conveniente e per la brevità del procedimento.
**********************************************
COMMENTO ADIR-AGL:
Nonostante le apparenze si tratta, in sostanza, di una buona notizia. Infatti la Consulta ha stoppato la norma solo perchè il governo ha ecceduto i limiti della delega, non attenendosi ai principi e criteri direttivi previsti dalla legge di delegazione. E' un caso molto frequente.E' in un certo senso solo una "critica" al Governo per come ha proceduto ad attuare quanto deliberato dal Parlamento in attuazione della direttiva europea. Nonostante quanto le era stato richiesto, la Corte non ha dichiarato la mediazione obbligatoria illegittima per violazione degli articoli 3(principio di uguaglianza) e 24 (diritto di agire in giudizio) della Costituzione.Una volta letti, dopo il deposito, i motivi della sentenza, Parlamento e Governo avranno modo di adottare regole migliori che riguardino mediatori, relativi organismi e necessaria formazione.E' lasciata intatta dalla Consulta la libertà del cittadino ad usufruire della mediazione perchè economicamente conveniente e per la brevità del procedimento.
mercoledì 24 ottobre 2012
VIGILI DEL FUOCO: LA VENDETTA DEL BRUNETTISMO
Fa un pò effetto vedere i Vigili del Fuoco che protestano contro la riforma
delle pensioni indossando i pannoloni. Non può non ritornre alla mente l'attacco
a suo tempo di Brunetta contro i poliziotti vecchi e "panzoni". Evidentemente,
come tutti i fenomeni che hanno caratterizzato un'epoca, anche la visione del
mondo made in Brunetta ha inciso sull'autostima di tante categorie di lavoratori
legate alla necessità di esibire rassicurante prestanza. Cominciamo col dire che
molti sessantaduenni (e oltre) danno dei numeri ai ventenni, quanto a prontezza
e dinamismo. Nel nostro Paese manca una cultura della cura del proprio corpo, a
differenza ad esempio degli USA. Sarebbe bene quindi che i Vigili del Fuoco non
si buttassero troppo giù nè tanto meno cercassero la compassione dell'opinione
pubblica. Non lo fa la coetanea (sessantacinquenne) Fornero, perchè dovrebbero
farlo loro?
A parte pannoloni e cateteri, resta invece tutta sul tavolo la loro condizione lavorativa effettivamente, quella sì (e non per loro responsabilità) insopportabile e vergognosa.
Venendo al merito delle questioni,va innanzitutto precisato che l'attuale situazione è imputabile non solo e non tanto al Ministro Cancellieri ma soprattutto a diversi suoi predecessori. La sensazione è di un corpo gestito con colpevole leggerezza, per non dire incompetenza. Nessuno ha capito per esempio la massiccia iniezione di Prefetti (non certo dei tecnici del settore). Come cioè se si fosse voluto mettere in secondo piano la competenza a favore di un maggiore verticismo e disciplina di tipo poliziesco-militare. Mai come in questo caso poi sembra stridente il contrasto tra le esigenze di fronteggiare il Debito pubblico e quella di fornire un servizio irrinunciabile, la sicurezza, ai cittadini (in termini relativi la presenza dei Vigili del Fuoco, in Italia , è quantitativamente minore rispetto a Paesi con un nostro pari grado di sviluppo, per non parlare delle differenze interne tra territori) ma anche agli stessi Vigili (tutti ricordiamo la tragicomica vicenda dei guanti ignifughi avariati) . Non crediamo infatti che analogo risparmio vi sia stato nella gestione (e nella qualità degli armamenti) della scorta dei Ministri Fornero e Cancellieri.Anche da questi particolari si riscontra la serietà di una classe di governo.C'è chi parla di smantellamento silenzioso in corso (non fatichiamo a crederlo), anche qui il precariato morde (30 mila stabili e 60 mila precari), 5 anni di ritardo nel rinnovo dei contratti, il blocco del turn over, un parco mezzi sul cui stato è meglio sorvolare (si rischierebbe da avere gli incubi), una complessiva situazione critica dell'apparato della protezione civile (aggravata dalla recente condanna di 6 scienziati e dalle conseguenti dimissioni della commissione grandi rischi al completo) per cui speriamo che non accada nulla di veramente grave, nel frattempo...
Non sappiamo quale sia la reale volontà del governo di mettere le mani in questa situazione. Quello che è certo è che occorre muoversi, nell'interesse della collettività. Non vorremmo dover rimpiangere l'epoca del Dott. Bertolaso, tecnico di valore ma un pò sfortunato, capace di suscitare un mare di polemiche e di vicende giudiziarie. Tutt'al più, nel frattempo, potremmo migliorare la situazione di tanti Vigili del Fuoco facendo togliere loro quei brutti pannoloni e affidandoli alle cure della massaggiatrice di cui si avvaleva l'ex Capo della Protezione Civile. Meglio di niente, in attesa di tempi migliori!
A parte pannoloni e cateteri, resta invece tutta sul tavolo la loro condizione lavorativa effettivamente, quella sì (e non per loro responsabilità) insopportabile e vergognosa.
Venendo al merito delle questioni,va innanzitutto precisato che l'attuale situazione è imputabile non solo e non tanto al Ministro Cancellieri ma soprattutto a diversi suoi predecessori. La sensazione è di un corpo gestito con colpevole leggerezza, per non dire incompetenza. Nessuno ha capito per esempio la massiccia iniezione di Prefetti (non certo dei tecnici del settore). Come cioè se si fosse voluto mettere in secondo piano la competenza a favore di un maggiore verticismo e disciplina di tipo poliziesco-militare. Mai come in questo caso poi sembra stridente il contrasto tra le esigenze di fronteggiare il Debito pubblico e quella di fornire un servizio irrinunciabile, la sicurezza, ai cittadini (in termini relativi la presenza dei Vigili del Fuoco, in Italia , è quantitativamente minore rispetto a Paesi con un nostro pari grado di sviluppo, per non parlare delle differenze interne tra territori) ma anche agli stessi Vigili (tutti ricordiamo la tragicomica vicenda dei guanti ignifughi avariati) . Non crediamo infatti che analogo risparmio vi sia stato nella gestione (e nella qualità degli armamenti) della scorta dei Ministri Fornero e Cancellieri.Anche da questi particolari si riscontra la serietà di una classe di governo.C'è chi parla di smantellamento silenzioso in corso (non fatichiamo a crederlo), anche qui il precariato morde (30 mila stabili e 60 mila precari), 5 anni di ritardo nel rinnovo dei contratti, il blocco del turn over, un parco mezzi sul cui stato è meglio sorvolare (si rischierebbe da avere gli incubi), una complessiva situazione critica dell'apparato della protezione civile (aggravata dalla recente condanna di 6 scienziati e dalle conseguenti dimissioni della commissione grandi rischi al completo) per cui speriamo che non accada nulla di veramente grave, nel frattempo...
Non sappiamo quale sia la reale volontà del governo di mettere le mani in questa situazione. Quello che è certo è che occorre muoversi, nell'interesse della collettività. Non vorremmo dover rimpiangere l'epoca del Dott. Bertolaso, tecnico di valore ma un pò sfortunato, capace di suscitare un mare di polemiche e di vicende giudiziarie. Tutt'al più, nel frattempo, potremmo migliorare la situazione di tanti Vigili del Fuoco facendo togliere loro quei brutti pannoloni e affidandoli alle cure della massaggiatrice di cui si avvaleva l'ex Capo della Protezione Civile. Meglio di niente, in attesa di tempi migliori!
SANITA': SPENDING REVIEW O SPENDING "DIPPIU' "?
E' ormai avvenuto che l'adozione da parte del governo della spending review
abbia prodotto un effetto a cascata (una volta si chiamava scarica barile) sulle
Regioni le quali sono state obbligate in fretta e furia a risparmiare dove era
possibile, oltre che necessario. Si sa che la maggiore fonte di spesa per le
regioni è la sanità quindi, cascata sulle ASL , seguita da cascatine sulle
singole aziende ospedaliere. Ricordiamoci che la questione è serissima: stiamo
parlando della salute della gente. Siamo vicini forse a una svolta. Ossia,
potrebbe accadere che a breve quello che ognuno di noi dava per scontato e
sicuro, rivolgendosi a uno ospedale (facendo i debiti scongiuri) a breve non
possa esserlo più. Di solito, quando c'è da risparmiare si comincia, guarda
caso, dal basso, anche se l'ordine viene dall'alto. Chi sono i più deboli? I
malati. Da chi vengono accuditi, per lo più , di fatto? Da lavoratori che sono i
più deboli e sfruttati: quegli degli appalti di servizi, spesso precari,
sfruttati e sottopagati. Negli ospedali normali accade ciò. Ovviamente chi
lancia quegli ordini dall'alto non è poi tra le vittime ma va a curarsi nelle
cliniche di lusso, dove questi problemi non esistono.Si dirà, allora, che in
definitiva si tratta di raschiare l'osso? Non esattamente, perchè questi
appalti, in realtà, sono degli appetitosi e paffuti cosciotti addentati però da
chi non è nè malato nè assistente dei malati. Di chi è la dentierà? Dei
politici, i quali, notoriamente, nutrono la propria attività proprio grazie ai
meccanismi che sono dietro gli appalti, il cui costo è in minima parte quello
del servizio (quanto volete possano spendere per i poveri salari di quei
lavoratori? Pochissimo) . In realtà, la parte del leone la fanno i costi
generali dentro cui troveremmo, a ben cercare, qualcosa che conosciamo
benissimo: i costi della politica.
Bene, si dirà.Il taglio riguarderà anche quei costi. No. Riguarda gli stipendi di quei lavoratori (aumento dei carichi a parità di retribuzione, riduzioni di orario, demansionamento) e gli acquisti di pertinenza dei malati. La politica non può tagliare i propri costi: ne verrebbe compromessa la democrazia, diamine!Quindi non solo quei lavoratori sono stati utilizzati in tutti questi anni come normali impiegati di ASL e Ospedali, senza vederselo riconosciuto (in violazione tra l'altro di ogni principio di diritto del lavoro, la medesima materia insegnata da qualcuno dei professori che ci governa). Ora rischiano di dover lavorare quasi gratis o, peggio, di perdere il loro lavoro. E i malati di perdere un sostegno che domani potrebbe non esserci più. L'unica via che porterebbe a un risparmio duraturo ossia il riconoscimento del lavoro effettuato dai precari, stabilizzandoli e la presa d'atto che solo reinternalizzando le funzioni, ossia facendo ridiventare pubblico quello che avventatamente è stato reso privato, si recupererebbe la qualità del servizio, non viene perseguita proprio perchè in tal caso cadrebbe la copertura di questo meccanismo perverso finalizzato a foraggiare la classe politica.Ma se i costi minimi del servizio sono incomprimibili e, quindi, per altre vie la Pubblica Amministrazione sarà costretta a breve, in qualche maniera (tasse ovviamente) a trovare, sulla base del disagio e della protesta sociale, le risorse per recuperare gli standard minimi di prestazioni e assistenza, se prima o poi il costo sociale di questa modalità di gestione della forza lavoro presenterà il proprio conto (chi può essere mai disposto a lavorare da schiavo?) e se la politica non vorrà rinunciare alla sua fetta di torta (si sa quanto sia difficile per chiunque mettersi a dieta) , è facile concludere che in questo e altri settori la spending review produrrà un complessivo incremento della spesa pubblica, un pò come accade all'obeso che inizia scelleratamente a fare dei forzati digiuni, perde inizialmente dei chili e poi li riacquista con gli interessi, cedendo su tutta la linea. Siamo veramente delusi. Pensavamo che un governo tecnico, formato da professori e manager così qualificati, escogitasse soluzioni più intelligenti.
Bene, si dirà.Il taglio riguarderà anche quei costi. No. Riguarda gli stipendi di quei lavoratori (aumento dei carichi a parità di retribuzione, riduzioni di orario, demansionamento) e gli acquisti di pertinenza dei malati. La politica non può tagliare i propri costi: ne verrebbe compromessa la democrazia, diamine!Quindi non solo quei lavoratori sono stati utilizzati in tutti questi anni come normali impiegati di ASL e Ospedali, senza vederselo riconosciuto (in violazione tra l'altro di ogni principio di diritto del lavoro, la medesima materia insegnata da qualcuno dei professori che ci governa). Ora rischiano di dover lavorare quasi gratis o, peggio, di perdere il loro lavoro. E i malati di perdere un sostegno che domani potrebbe non esserci più. L'unica via che porterebbe a un risparmio duraturo ossia il riconoscimento del lavoro effettuato dai precari, stabilizzandoli e la presa d'atto che solo reinternalizzando le funzioni, ossia facendo ridiventare pubblico quello che avventatamente è stato reso privato, si recupererebbe la qualità del servizio, non viene perseguita proprio perchè in tal caso cadrebbe la copertura di questo meccanismo perverso finalizzato a foraggiare la classe politica.Ma se i costi minimi del servizio sono incomprimibili e, quindi, per altre vie la Pubblica Amministrazione sarà costretta a breve, in qualche maniera (tasse ovviamente) a trovare, sulla base del disagio e della protesta sociale, le risorse per recuperare gli standard minimi di prestazioni e assistenza, se prima o poi il costo sociale di questa modalità di gestione della forza lavoro presenterà il proprio conto (chi può essere mai disposto a lavorare da schiavo?) e se la politica non vorrà rinunciare alla sua fetta di torta (si sa quanto sia difficile per chiunque mettersi a dieta) , è facile concludere che in questo e altri settori la spending review produrrà un complessivo incremento della spesa pubblica, un pò come accade all'obeso che inizia scelleratamente a fare dei forzati digiuni, perde inizialmente dei chili e poi li riacquista con gli interessi, cedendo su tutta la linea. Siamo veramente delusi. Pensavamo che un governo tecnico, formato da professori e manager così qualificati, escogitasse soluzioni più intelligenti.
venerdì 12 ottobre 2012
CORTE COSTITUZIONALE AL LAVORO SUL LAVORO.
1)La Corte
Costituzionale boccia il prelievo del 2,50% per il Tfr sugli stipendi dei
dipendenti pubblici
con sentenza n. 223/2012 deposita in data 11.10.2012, la Corte Costituzionale dichiara illegittima la trattenuta del 2,50% della base retributiva operata dal datore di lavoro nei confronti dei lavoratori pubblici.
L’applicazione di tale ritenuta è un ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati, i quali non sono sottoposti a tale prelievo da parte del datore di lavoro; un trattamento lesivo quindi che viola gli artt. 3 e 36 della Costituzione.
**************************************************************************
2)Il taglio agli stipendi dei magistrati e alle retribuzioni dei dirigenti pubblici che superano i 90mila euro è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte costituzionale che con la sentenza 223/2012 boccia alcune norme contenute nella manovra correttiva varata dal governo Berlusconi con il dl del 31 maggio 2010 n. 78, intitolato 'Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitivita' economica'. La sentenza riguarda 26.472 tra dipendenti e manager (tra cui 10 mila medici) per un ammontare di circa 23 milioni l'anno.
La Consulta blocca l'articolo 9 del decreto che dispone che a decorrere dal primo gennaio 2011 e sino al 31 dicembre 2013 ''i trattamenti economici complessivi dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, previsti dai rispettivi ordinamenti, delle amministrazioni pubbliche, siano ridotti del 5% per la parte eccedente il predetto importo fino a 150.000 euro, nonché del 10% per la parte eccedente 150.000 euro''.
La Consulta boccia analogamente il comma 22 sempre dell'articolo 9, dove viene disposto che ai magistrati non siano erogati, ''senza possibilita' di recupero, gli acconti degli anni 2011, 2012 e 2013 ed il conguaglio del triennio 2010-2012'' e che ''per il triennio 2013-2015 l'acconto spettante per il 2014 e' pari alla misura gia' prevista per l'anno 2010 e il conguaglio per l'anno 2015 viene determinato con riferimento agli anni 2009, 2010 e 2014''.
A giudizio della Corte le disposizioni governative si pongono ''in evidente contrasto'' con gli articoli 3 e 53 della Costituzione, dove viene sancito come tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge e tutti siano tenuti a concorrere alla spesa pubblica in ragione della loro capacità contributiva. Nella sentenza si legge inoltre che ''l'introduzione di una imposta speciale, sia pure transitoria ed eccezionale, in relazione soltanto ai redditi di lavoro dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione viola, infatti, il principio della parita' di prelievo a parita' di presupposto d'imposta economicamente rilevante''.
con sentenza n. 223/2012 deposita in data 11.10.2012, la Corte Costituzionale dichiara illegittima la trattenuta del 2,50% della base retributiva operata dal datore di lavoro nei confronti dei lavoratori pubblici.
L’applicazione di tale ritenuta è un ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati, i quali non sono sottoposti a tale prelievo da parte del datore di lavoro; un trattamento lesivo quindi che viola gli artt. 3 e 36 della Costituzione.
**************************************************************************
2)Il taglio agli stipendi dei magistrati e alle retribuzioni dei dirigenti pubblici che superano i 90mila euro è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte costituzionale che con la sentenza 223/2012 boccia alcune norme contenute nella manovra correttiva varata dal governo Berlusconi con il dl del 31 maggio 2010 n. 78, intitolato 'Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitivita' economica'. La sentenza riguarda 26.472 tra dipendenti e manager (tra cui 10 mila medici) per un ammontare di circa 23 milioni l'anno.
La Consulta blocca l'articolo 9 del decreto che dispone che a decorrere dal primo gennaio 2011 e sino al 31 dicembre 2013 ''i trattamenti economici complessivi dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, previsti dai rispettivi ordinamenti, delle amministrazioni pubbliche, siano ridotti del 5% per la parte eccedente il predetto importo fino a 150.000 euro, nonché del 10% per la parte eccedente 150.000 euro''.
La Consulta boccia analogamente il comma 22 sempre dell'articolo 9, dove viene disposto che ai magistrati non siano erogati, ''senza possibilita' di recupero, gli acconti degli anni 2011, 2012 e 2013 ed il conguaglio del triennio 2010-2012'' e che ''per il triennio 2013-2015 l'acconto spettante per il 2014 e' pari alla misura gia' prevista per l'anno 2010 e il conguaglio per l'anno 2015 viene determinato con riferimento agli anni 2009, 2010 e 2014''.
A giudizio della Corte le disposizioni governative si pongono ''in evidente contrasto'' con gli articoli 3 e 53 della Costituzione, dove viene sancito come tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge e tutti siano tenuti a concorrere alla spesa pubblica in ragione della loro capacità contributiva. Nella sentenza si legge inoltre che ''l'introduzione di una imposta speciale, sia pure transitoria ed eccezionale, in relazione soltanto ai redditi di lavoro dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione viola, infatti, il principio della parita' di prelievo a parita' di presupposto d'imposta economicamente rilevante''.
lunedì 8 ottobre 2012
SCANDALO COOPERATIVE EDILIZIE LAZIO E VIGILANZA STATALE
dal sito:
http://www.regione.lazio.it/rl_consumatore/?vw=newsDettaglio&id=358
http://www.regione.lazio.it/rl_consumatore/?vw=newsDettaglio&id=358
"""""""""""CASA/BUONTEMPO, A MAGISTRATURA DOSSIER SU COOPERATIVE EDILIZIE
04/10/2012 -
"In Regione Lazio ho scoperto situazioni scandalose nel settore
dell'edilizia sociale, con imprenditori e cooperative che hanno ricevuto risorse
economiche, anche nella misura del cento per cento, per costruire abitazioni che
poi hanno affittato a prezzi di mercato, facendo leva su convenzioni sbagliate
stipulate con i Comuni. I costruttori e le cooperative hanno guadagnato tre,
quattro, otto volte di più, mentre i cittadini sono stati massacrati. Nei
prossimi giorni fornirò alla magistratura un dettagliato dossier al riguardo".
Lo ha detto l'assessore alle Politiche per la casa della Regione Lazio,
Teodoro Buontempo, a margine del
convegno "Regione Lazio, un patto sociale per la casa". L'incontro,
organizzato dal presidente dell'Ater della Provincia di Roma, Massimo Cacciotti,
si è svolto questa mattina a Carpineto Romano e ha riunito i vertici delle sette
aziende di edilizia residenziale pubblica del Lazio. Presente anche il
presidente nazionale di Federcasa, Emidio Ettore Isacchini. Nel
corso del suo intervento, Buontempo ha poi sottolineato che "le Ater non
avrebbero dovuto pagare l'Imu, una tassa iniqua e assolutamente dannosa per le
aziende che si occupano di edilizia pubblica". "Che cosa avrebbero
fatto lo Stato e i Comuni, nel caso di una disobbedienza collettiva? - si è
chiesto Buontempo - avrebbero sequestrato gli immobili Ater? Forse - ha concluso
- per alcune Ater sarebbe stato un bene, perché poi lo Stato avrebbe dovuto
provvedere direttamente alla manutenzione degli
immobili".""""""""""
ALP-AGL ISPETTORI DI SOCIETA' COOPERATIVE:
La vigilanza sulle società cooperative, anche su quelle di edilizia
abitazione, è stata competenza fino al 2001 del Ministero del Lavoro, poi del
Ministero dello Sviluppo Economico.Chi legge sa della situazione disastrosa, dal
punto di vista della mutualità, in cui si trovano queste imprese.
Se la legge venisse rispettata, ogni anno alla porta di ogni
cooperativa edilizia iscritta all'Albo Nazionale Cooperative Edilizie presso il
Ministero dello Sviluppo Economico (le sole che possono legittimamente godere di
finanziamenti pubblici) dovrebbe bussare un ispettore di cooperative
ministeriale il quale avrebbe il compito di verificare, in maniera approfondita,
che non trattasi di cooperativa spuria (=fasulla) bensì meritevole di
agevolazioni.E in caso negativo di diffidarla e di proporne il commissariamento.
E di fare le segnalazioni agli altri Organi di vigilanza. Capillarmente. Prima
che sia troppo tardi, prima che le famiglie finiscano sul lastrico.
Questa frequenza annuale non è mai stata rispettata perchè da anni il
Ministero del Lavoro (cui appartengono ancora per lo più gli ispettori che al di
fuori dell'orario di servizio, su incarico del MISE, svolgono questa attività)
non facilita questi funzionari e non concede loro, in caso lo volessero, di
transitare nei ruoli del Ministero dello Sviluppo Economico occupandosi solo di
cooperative . Addirittura il direttore generale del personale del ministero del
lavoro da anni si rifiuta perfino di incontrare i sindacati su questo argomento.
Preferisce evidentemente occuparsi di buoni pasto. D'altro canto, la reazione a
questo atteggiamento del direttore generale degli enti cooperativi del MISE è
blanda e inconsistente.
Ci appelliamo pertanto al Presidente Monti, al Ministro Patroni
Griffi, ai Ministri Fornero e Passera affinchè questa situazione sia risolta una
volta per tutte, intervenendo su quei dirigenti un pò distratti, mettendo in
condizione la vigilanza sulle cooperative esercitata dallo Stato di compiere il
suo dovere. Perchè la casa è un argomento su cui anche gli italiani più buoni
possono perdere la pazienza: E questa situazione non riguarda solo il
Lazio.
venerdì 5 ottobre 2012
BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA: QUESTO NON E' UN PAESE PER CONCERTATORI
Quello che avevamo previsto è
avvenuto: la rottura delle trattative al Monte dei Paschi .La
trattativa in corso non è riuscita a produrre alcun risultato
concreto e si è rivelata completamente inutile
la Delegazione Datoriale in sintesi ha imposto a dei
Sindacati-ectoplasma- Esternalizzazioni di almeno 1600 persone, incrementabili fino
a 2360 risorse in caso di mancato accordo;
- Fondo di Solidarietà totalmente finanziato dai lavoratori;
- Disdetta del Contratto Integrativo e sostituzione dei
meccanismi salariali contrattati con erogazioni individuali a
discrezione aziendale;
- Gestione della mobilità basata sull’annullamento della
ricerca del consenso e sull’abbattimento delle indennità
previste.
Più in particolare: il Piano
Industriale prevede tagli per circa 300 milioni alle ASA “altre
spese amministrative” - che comprendono anche consulenze, servizi,
affitti, compensi a professionisti esterni, sponsorizzazioni,
trasporti, ecc. - e circa 300 milioni sul costo del personale,
un forte ridimensionamento delle
strutture Centrali (capogruppo bancaria, Aree territoriali,
delocalizzazioni derivanti dai precedenti fusioni) e periferiche (DTM
che diminuiscono nel numero e negli addetti), provocando una mobilità
territoriale per oltre 2.500 risorse che, secondo l’azienda,
essendo disdettato il CIA dovrebbe essere gestito con un nuovo
accordo. A questo occorre aggiungere le cessioni di Asset
(Biverbanca, Consumit e Leasing) e la esternalizzazione di 2.360
risorse impiegate in attività di back office sia nelle Aree
territoriali che nei Poli del Consorzio Operativo.
L'utenza vedrà la chiusura di 400
filiali. Già ci sono le prime proteste di amministratori locali.Il
disegno teso a dividere i Lavoratori ed a privarli delle proprie
garanzie normative e contrattuali ha trovato attuazione.La minaccia
degli esuberi è stata utilizzata durante la trattativa:
licenziamenti collettivi nel caso in cui le parti non fossero
addivenute ad una condivisione sul tema delle esternalizzazioni del
Back-Office. A poco è servito ai sindacati evocare la sacralità del
CCNL.Addirittura è avvenuta la disdetta del Contratto Integrativo
BMPS dal prossimo 1° novembre
Da quella data troverà applicazione un
“Regolamento” che farà in modo di individualizzare il rapporto
di lavoro, aumentando la discrezionalità dell’Azienda
sull’applicazione delle previsioni salariali, oltre che sulle
prospettive di natura professionale dei dipendenti. E l'AGL Bancari
aveva previsto anche questo, pur osservando dal di fuori (è nata da
4 mesi) l'evoluzione degli avvenimenti. Contrattazione aziendale
azzerata e ridotta ad elargizioni unilaterali e discrezionali
dell’azienda,
soppressione delle garanzie economiche
– a cominciare dal sistema incentivante e dal Premio Aziendale -
deregolamentazione della mobilità territoriale e dei percorsi di
carriera, abolizione dei livelli minimi inquadramentali, eliminazione
delle selezioni interne per i passaggi di categoria e introduzione
dei budget commerciali a livello di singola risorsa . In sintesi: una
Waterloo.
Converrebbe a tutti i vertici sindacali
della categoria bancari prendere atto del fallimento e dimettersi,
lasciando spazio ai giovani.
Penosa è l'ultima trovata che
riconferma la subalternità a logiche e formalismi non più
appartenenti alla realtà vera, come se nelle società fossero
davvero i meccanismi civilistici a governare e non valesse il potere
del più forte: la partecipazione dei Dipendenti-Soci all’Assemblea
degli Azionisti del prossimo 9 ottobre, sia per esprimere il voto
contrario sui punti previsti all’ordine del giorno, sia per
manifestare apertamente il proprio dissenso nei confronti della
“strategia” sul personale sino a questo momento adottata
dall’Azienda. In particolare, voto contrario sui punti riguardanti
l’aumento di capitale “dedicato” e lo spostamento di poteri
dall’Assemblea stessa al CdA (anche in materia di
esternalizzazioni) e dal CdA al Presidente e all’Amministratore
Delegato .
Ma già tutto deciso in direzione
opposta: infatti la Deputazione Amministratrice della Fondazione
Monte dei Paschi di Siena ha deliberato all'unanimità di votare
“sì” a tutti i punti all'ordine del giorno
dell'Assemblea Straordinaria degli Azionisti
I Sindacati dei bancari hanno
rinunciato a far pulizia delle magagne vere dell'azienda che li
ospita. Hanno abbassato il livello dello scontro e, in maniera
commovente e onesta (ma fessa) sono stati più conservativi dei
banchieri stessi nel proteggere la casa comune.Sono stati ripagati
con un sorriso beffardo e un pugno di mosche.
MPS ha infatti altri punti deboli che
avrebbero dovuto essere meglio coltivati da vertici sindacali
autenticamente conflittuali (negli interessi ) con la parte
datoriale, cercando alleanze con i risparmiatori esasperati.
Tutti sappiamo della bocciatura per il
Monte dei Paschi di Siena a parere dell’Eba, l’Autorità bancaria
europea, dopo gli ultimi stress test effettuati sui principali
istituti di credito italiani.
Dai dati forniti nel rapporto emerge che la banca presieduta da Alessandro Profumo, per il quale lunedì a Milano si è aperto il processo sul caso Brontos-Unicredit, ha un coefficiente patrimoniale all’8,85% ma considerata la sottoscrizione dei Tremonti-bond (nel 2009) l’asticella sale al 10,8 per cento. All’appello manca il nuovo aiuto di Stato che l’istituto senese sta aspettando, i cosiddetti Monti-bond, che sono in attesa del via libera da parte della Ue.
Quindi l’Eba certifica per Siena un deficit patrimoniale (shortfall) al 30 giugno scorso di 1,72 miliardi di euro. La banca precisa che "la cessione di BiverBanca e l’operazione di riacquisto di di titoli subordinati" ridurrebbero il dato a 1,44 miliardi. E che "gli interventi necessari ad assicurarne la copertura sono stati avviati con l’esplicito supporto dello Stato italiano".
Dai dati forniti nel rapporto emerge che la banca presieduta da Alessandro Profumo, per il quale lunedì a Milano si è aperto il processo sul caso Brontos-Unicredit, ha un coefficiente patrimoniale all’8,85% ma considerata la sottoscrizione dei Tremonti-bond (nel 2009) l’asticella sale al 10,8 per cento. All’appello manca il nuovo aiuto di Stato che l’istituto senese sta aspettando, i cosiddetti Monti-bond, che sono in attesa del via libera da parte della Ue.
Quindi l’Eba certifica per Siena un deficit patrimoniale (shortfall) al 30 giugno scorso di 1,72 miliardi di euro. La banca precisa che "la cessione di BiverBanca e l’operazione di riacquisto di di titoli subordinati" ridurrebbero il dato a 1,44 miliardi. E che "gli interventi necessari ad assicurarne la copertura sono stati avviati con l’esplicito supporto dello Stato italiano".
I Monti Bond sono una versione rivista
dei Tremonti Bond. Questi ultimi erano stati richiesti dall’istituto
per 1,9 miliardi, ma il governo dovrebbe erogare presto 3,4 miliardi,
che sostituiranno interamente gli 1,9 miliardi già incassati e
apporteranno così nuova liquidità per quasi 1,5 miliardi,
esattamente quanto manca alla banca per arrivare al Core Tier1 del
9%.
Il via libera di Bruxelles è necessario per stabilire la
compatibilità con la disciplina europea che vieta gli aiuti di
Stato.I Tremonti Bond sono obbligazioni emesse dagli istituti e
sottoscritti dal Ministero dell’Economia a rendimenti abbastanza
alti, ma che non vanno corrisposti, qualora la banca chiuda un
esercizio in perdita. Tali titoli sono anche subordinati, in quanto
vanno rimborsati, in caso di insolvenza, solo successivamente al
pagamento degli altri debiti dell’istituto. Inoltre, essi sono
privi di scadenza, nel senso che non hanno un limite temporale per il
rimborso, fermo restando che la banca potrà rimborsarli quando
vuole.Le indiscrezioni dicono che Bruxelles darà il suo assenso alla
compatibilità di questi bond con la normativa in vigore, Tuttavia
resta il fatto che in Italia abbiamo la terza banca (in classifica),
non in grado di superare i test sulla sua solidità patrimoniale,
senza aiuti di stato. Perché tali sono i Tremonti Bond.Bruxelles
dovrà anche verificare che tale aiuto di Stato (i Monti Bond) sia
compatibile o meno con le nuove regole per la ricapitalizzazione
delle banche con fondi pubblici.La differenza tra Tremonti-bond e
Monti-bond riguarda il trattamento delle situazioni d'incapienza del
debitore nel caso in cui, chiudendo il bilancio in perdita, la banca
si trovi nell'impossibilita' di pagare al Tesoro gli interessi sul
prestito.Con i Tremonti-bond scattava un periodo di grazia nel quale il debitore non corrispondeva gli interessi dovuti, con i Monti-bond l'ammontare di interessi non corrisposti viene trasformato in azioni della banca da assegnare allo Stato.Nel rispetto delle nuove indicazioni della Commissione Ue che regolano gli aiuti pubblici alle banche con strumenti ibridi di capitale.
Il governo italiano ha optato per una soluzione nella quale il Monte, se chiudesse il bilancio in perdita ( evento probabile quest'anno dopo il rosso di 1,6 miliardi della semestrale), assegnerebbe al Ministero azioni ordinarie di nuova emissione per una quota del patrimonio netto corrispondente all'importo della cedola non corrisposta.
La scelta ricalca parzialmente quanto dispone il codice civile in tema di aumenti di capitale riservati consentendo di determinare 'il prezzo di emissione delle azioni in base al valore del patrimonio netto, tenendo conto, per le azioni quotate in borsa, anche dell'andamento delle quotazioni nell'ultimo semestre .Per il Monte dei Paschi i soldi arriveranno in ogni caso. Discorso diverso per i suoi attuali azionisti. Qui la quota di capitale della banca assegnata al Tesoro diluira' in maniera piu' o meno significativa l'utile per azione.Quindi saranno i soldi dei cittadini italiani a salvare una banca con un debito da un miliardo di euro, frutto di scelte non certo appropriate nelle strategie recenti. Ma con questo assetto d'ora in poi potremo di fatto considerare Mps a partecipazione statale: se infatti la banca non avrà i soldi per restituire gli interessi dei Tremonti Bond, il controvalore sarà pagato con partecipazioni nel capitale dell’istituto. Difficilmente infatti Mps potrà vantare utili distribuibili .Nel corso della prossima assemblea il cda di Monte Paschi dovrebbe essere delegato dall’assemblea dei soci ad aumentare il capitale sociale per un miliardo di euro e preparare così di fatto l’ingresso dello Stato nel capitale. Il governo siederà così in assemblea e potrà influenzare le nomine in cda.
Altro che le noccioline oggetto della trattativa sindacale finita male:riduzione dei costi relativi a consulenze esterne, benefits aziendali, contributi affitto, retribuzioni del Top Management e le tipologie contrattuali utilizzate per l’ingaggio dei manager stessi. Oppure gli escamotage per ottenere mediante le fuoriuscite definitive di personale il raggiungimento degli obiettivi ricercati di riduzione del costo del lavoro .
Ripetiamo: commovente l'operato dei sindacati rappresentativi, tutta la nostra solidarietà ai lavoratori ma con l'azienda andava adottato il pugno duro, sin dall'inizio, al costo di gettare gli stracci in strada. Non è stato fatto e ormai è troppo tardi. Gli interessi e i rapporti di forza sono troppo squilibrati. I sindacati dovranno solo ora trovare il modo di mascherare nella maniera meno umiliante possibile la sconfitta e il fallimento di una condotta troppo vicina alla salvaguardia di questo castello di interessi che a loro dà privilegi e al resto degli italiani toglie il sonno. O si sta con i banchieri o si sta con il popolo. Non c'è in questo caso una via di mezzo.
In conclusione, alcuni spunti di riflessione. Da tempo la Camusso parla della necessità che lo Stato acquisisca quote di aziende private. E' stata accontentata: ora lo stato parteciperà ai licenziamenti e alle esternalizzazioni.
La sorte dei contratti collettivi: finora il mostro era Marchionne. Ci sembra che Profumo (con idee politiche opposte) lo abbia addirittura surclassato. Un messaggio per chi nutre grandi attese dalle prossime elezioni. E' bene che nel mondo del lavoro ci abituiamo a delegare il meno possibile, se questo è l'andazzo.E a emanciparci dall'idolatria nei confronti della contrattazione collettiva vecchio tipo, che non convince e non paga più.Osserviamo poi una inquietante similitudine tra i destini sindacali nel bancario e nel pubblico impiego. Forse perchè si è dimenticata troppo presto una lezione dai vituperati anni settanta: il vero sindacato deve saper farsi rispettare. E ci siamo capiti. E poi, per Bonanni che da tempo recita salmi sulla concertazione e sulla partecipazione dei lavoratori agli utili delle aziende: in MPS la concertazione è stata sbeffeggiata e la governance continua ad andare sempre nella solita direzione.E nel bancario è presente un forte sindacato CISL di categoria.Se il buon giorno si vede dal mattino, stiamo freschi.
BUCO INPS/INPDAP: GLI INDIANI FORNEROS ASSEDIANO FORT WELFARE
UNA GIGANTESCA CAMPAGNA PUBBLICITARIA PER I
FONDI PENSIONE COMPLEMENTARI DEL PUBBLICO IMPIEGO?
L'accorpamento dell'Inpdap provoca nel bilancio
INPS un buco 6 miliardi di euro di disavanzo finanziario e oltre 10 miliardi di
deficit patrimoniale.
In realtà era stato col decreto “Salva Italia”
inglobato dallo stesso Inps, allo scopo di ottenere consistenti risparmi sui
costi amministrativi e del personale (20 milioni di euro già nel 2012).
Il Governo assicura che verrà coperto dai
trasferimenti statali.
E' opportuno richiamare le ragioni di tale
situazione:
la prima deriva da un artificio contabile che è
stato adottato nei decenni scorsi per non incidere troppo sul debito pubblico.
Di regola, infatti, gli enti dello Stato devono versare all'Inpdap i contributi
pensionistici dei propri dipendenti. Questi trasferimenti di denaro, però, sono
stati classificati dal punto di vista contabile come anticipazioni di tesoreria
e non come versamenti previdenziali, in modo da non accrescere troppo il debito
pubblico. Il che ha trasformato l'Inpdap da ente creditore dello Stato centrale
a ente debitore. Dalla riforma Dini del 1996 al 2007 non c’è stato alcun
controllo sui contributi dovuti allo Stato dallo Stato per i propri dipendenti.
Tanto, quando le uscite superavano le entrate, lo Stato provvedeva attraverso la
Gias, cioè i trasferimenti a sostegno della gestione assistenziale, che nel 2011
sono stati pari a 83 miliardi di euro (-243 milioni rispetto al 2010).
Ma più importanti sono le cause strutturali.
Negli ultimi 6 anni, infatti, la spesa sostenuta dall'Inpdap per pagare le
pensioni dei dipendenti pubblici è cresciuta di oltre il 30%: dai 48 miliardi
di euro del 2006 si è passati agli oltre 62,6 miliardi del 2012.
Le entrate dell'istituto derivanti dall'incasso
dei contributi non hanno registrato lo stesso aumento: dai 48 miliardi di euro
del 2006, si è passati a 57,8 miliardi (+20%) nel 2012. Per questo, la gestione
finanziaria dell'Inpdap risulta oggi negativa per quasi 5 miliardi, a cui va
aggiunto un ulteriore passivo di oltre 1 miliardo per altre voci di
bilancio.
La colpa di questo squilibrio va imputata
soprattutto al blocco del turnover in molti uffici. A causa di questo tentativo
di ottenere consistenti risparmi sui costi nella pubblica amministrazione è
cresciuto il numero dei dipendenti statali a riposo ed è diminuito quello del
lavoratori attivi che versano i contributi.
Un'altra motivazione: tra il 2001 e la fine del
2010, l'importo medio delle pensioni degli ex-dipendenti statali è cresciuto a
un ritmo ben più sostenuto rispetto al tasso di inflazione. Mentre il caro-vita
è salito nel complesso di circa il 20% in un decennio, nello stesso periodo gli
assegni medi percepiti dagli iscritti all'Inpdap sono aumentati di oltre 10
punti in più, cioè di circa il 30%.Ormai si fa avanti l'ipotesi di consistenti
tagli. Non delle pensioni già maturate dai lavoratori statali, che rappresentano
dei diritti acquisiti, bensì dei numerosi servizi accessori che l' Inpdap eroga
ogni anno ai propri iscritti: dai prestiti a tasso agevolato alle borse di
studio per i figli, le residenze per gli anziani.Stando al bilancio 2011
dell’Inps, le uniche gestioni amministrate in attivo sono quelle dei
commercianti, dei parasubordinati e dei lavoratori delle Poste. Da molto
fastidio considerare che se le aziende private si comportassero allo stesso modo
di quanto ha fatto il contribuente-Stato, l’INPS fallirebbe subito. E nessuno
però andrà in galera per questo. Attenzione: il disavanzo di 10 miliardi si
riferisce al solo 2012, per cui in un triennio il “buco” salirebbe a 30
miliardi, mettendo a rischio il patrimonio netto dell’INPS. Questo, ripetiamo,
per il blocco del turn over e per la probabile riduzione di 320.000 lavoratori
nel pubblico impiego derivante dalla spending review, con i pensionamenti in
deroga alla legge Fornero e con la mobilità forzata, che determinerebbero una
diminuzione delle entrate contributive a fronte di un momentaneo aumento della
spesa pensionistica.
Noi temiamo che si stia avvicinando, purtroppo,
una stangata per le pensioni future dei precari, un altro pesante intervento
sulle pensioni. Nel cielo poi iniziano a volteggiare gli avvoltoi dei fondi di
previdenza integrativa del pubblico impiego (finora un flop) in cui sappiamo
fare la parte del leone banche e CGIL-CISL-UIL. Il can-can sul buco INPS-INPDAP,
dunque, è leggibile anche come una campagna di marketing per i fondi pensione
complementari,in fase di rilancio proprio in questi giorni? Dal valore
miliardario?
Cari lavoratori, dateci forza (noi faremo il
possibile) perchè questa potrebbe essere l'ultima battaglia prima della
estinzione di un Welfare credibile nel nostro Paese (finora tutto pagato da
voi).
giovedì 4 ottobre 2012
Funzione Pubblica: trasformazione da tempo determinato a tempo indeterminato del dirigente
Il Dipartimento della Funzione Pubblica con nota, prot. DFP n. 36924 del 14 settembre 2012, ha fornito un parere (negativo) all'Università degli Studi di Salerno, in merito alla possibilità di trasformazione di contratto di lavoro a tempo determinato di Dirigente in contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Per scaricare il testo integrale della nota, clicca su:
http://www.funzionepubblica.gov.it/media/1006383/parere%20alluniv-salerno.pdf
Per scaricare il testo integrale della nota, clicca su:
http://www.funzionepubblica.gov.it/media/1006383/parere%20alluniv-salerno.pdf
lunedì 1 ottobre 2012
ISPETTORI DI COOPERATIVE: SCONCERTANTI DIRETTIVE MINISTERIALI
Sconcertante Direttiva datata 27.9.2012 “sul
corretto espletamento dell'attività di vigilanza” agli ispettori di società
cooperative ministeriali da parte del direttore generale per le piccole e medie
imprese e gli enti cooperativi del Ministero dello Sviluppo Economico.
In essa, tra le altre cose, è contenuta una
“stretta” repressiva nei confronti degli ispettori.I n particolare, dopo anni,
la direzione afferma che la qualità dei verbali è diminuita perchè gli ispettori
proporrebbero provvedimenti errati e inapplicabili. Fino a ieri in caso di
supposte carenze veniva utilizzato l'istituto del “supplemento di revisione” .
Ora sembra che, invece, in presenza chissà di quale esigenza, in caso di
difformità tra quanto valutato dall'ispettore e quanto “visto” dal Ministero, il
verbale passi ad “interni” del Ministero i quali riesaminano statuto e bilancio
e mutano la proposta di provvedimento secondo gli orientamenti ministeriali.
Ora, ciò in questi anni è comunque sempre avvenuto. C'è da pensare dunque che al
Ministero desiderino che la responsabilità di una situazione dubbia se la prenda
tutta l'ispettore, consentendo al centro di far passare solo i verbali con cui
si concorda evitando, alla radice, che arrivino verbali non condivisi e scomodi.
Quindi un problema “politico”, non tecnico perchè, appunto, nel caso di errore
tecnico esiste il supplemento di revisione (non retribuito). Potrebbe sostenersi
che l'onere dell'esame (più di un bilancio) discende dal non rispetto della
frequenza annuale o biennale delle revisioni. Ma questo è problema del Ministero
che non forma validamente un congruo numero di ispettori (perchè non ci sono i
soldi o perchè non lo si vuole?) non certo una colpa attribuibile ai revisori.
Si parla poi di una “scheda valutativa” redatta
dai “referenti territoriali” . Avremmo gradito che fosse esplicitata la fonte
giuridica di tali novità.E a che punto ne fosse l'effettiva applicazione. La
direzione generale della cooperazione si è distinta da anni per una certa
lentezza (perchè non ci sono stati i soldi o perchè non è stato voluto?)
nell'adozione di novità. Non vorremmo che si trattasse dell'apparizione, nel
firmamento di Viale Boston, della luce di astri brunettiani ormai
morti.
Altra sorpresa: in un successivo passaggio
sembra che l'attività di vigilanza e quella formativa non vengano programmate
abitualmente dalla direzione ma che questa esigenza sorga adesso solo a seguito
di questi fantomatici verbali “insufficienti”. Deve essere successo qualcosa di
grave a carico di qualche importante cooperativa se all'improvviso si è deciso
di compiere questa rivoluzione epocale. Poco male: vuoi vedere che il Ministero
dello Sviluppo Economico sta saltando gli step evolutivi e sta per diventare
l'unico Ministero che, in Italia “forma” e “programma”?
Grande innovazione da parte del direttore è
anche quella dell'individuazione di una nuova fattispecie di provvedimento
disciplinare , quella della “sospensione dell'attività”, a questo punto
interamministrazioni e, sembra, senza procedimento e senza garanzie per
l'ispettore.
Nel caso in cui poi l'ispettore, in una attività
espressione dei poteri dello Stato, usa la carta intestata della sua
Amministrazione, scatterebbe perfino la segnalazione disciplinare alla
Amministrazione di appartenenza. Domandiamo: il Min. Sviluppo Economico detiene
dal 2001 la vigilanza sulle cooperative.In 11 anni a qualcuno dei dirigenti è
mai venuto in mente di fornire i revisori quanto meno di carta intestata del
MISE? E di pagare ai revisori le spese postali? Si sarebbe evitato il “fai da
te” e avremmo risparmiato ai detrattori della Pubblica Amministrazione le
quattro risate alla vista di “ispettori” che, oltre a non avere più un tesserino
di riconoscimento, usano le buste bianche (quelle per gli auguri di
Natale).
Ricordiamo al direttore generale che nel MISE
non vigono i principi della giustizia sportiva. Se ha tutta questa voglia di
squalifiche e sospensioni immediate dall'attività può fare domanda di
trasferimento al Ministero dello Sport e Spettacolo o a qualche ente preposto
(sappiamo che, per il calcio scommesse, c'è molta domanda di risorse umane in
quel settore).
In altro articolo, cui rinviamo, abbiamo già
valutato le nuove sanzioni per le cooperative:
Il direttore ne parla ma, in sostanza, solo per
dire ai revisori di aggiungere un trafiletto per “avvertire” i soggetti che
esistono tali nuove sanzioni che neppure lui sa con quale iter verranno
eventualmente irrogate e da chi. E se non lo sa lui...
Conclusione: abbiamo ancor più l'impressione che
le cooperative continueranno tranquille ogni tipo di attività, anche illecita.
In compenso, se qualche ispettore voleva incrementare quantitativamente e
qualitamente la propria attività, è stato, con questa direttiva,
sufficientemente “avvertito”.
Ah, dimenticavamo. Gli omologhi revisori di
società cooperative (quelli privati, nominati dalle Centrali Cooperative) hanno
dalla direzione generale lo stesso trattamento? O si è ritenuto ciò “superfluo”
in quanto già sufficientemente “educati e istruiti”?
ALP-AGL Ispettori di Società Cooperative
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