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giovedì 29 novembre 2012

STRANIERI: MINI DECRETO FLUSSI, CLICK DAY IL 7 DICEMBRE

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16 ottobre 2012
Programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro non stagionale nel territorio dello Stato, per l'anno 2012. (Gazzetta Ufficiale n. 273 del 22 novembre 2012)

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Visto il decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni ed integrazioni, recante il Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero;

Visto, in particolare, l'art. 3 del testo unico sull'immigrazione, il quale dispone che la determinazione annuale delle quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato avviene con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sulla base dei criteri generali per la definizione dei flussi d'ingresso individuati nel documento programmatico triennale, relativo alla politica dell'immigrazione e degli stranieri nel territorio dello Stato, e che «in caso di mancata pubblicazione del decreto di programmazione annuale, il Presidente del Consiglio dei Ministri puo' provvedere in via transitoria, con proprio decreto, entro il 30 novembre, nel limite delle quote stabilite nell'ultimo decreto emanato»;

Visto il decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, e successive modificazioni ed integrazioni, regolamento recante norme di attuazione del testo unico sull'immigrazione; Visto il decreto legislativo 16 luglio 2012, n. 109, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 172 del 25 luglio 2012, recante attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni e provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno e' irregolare;Considerato che il documento programmatico triennale non e' stato emanato;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 30 novembre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 305 del 31 dicembre 2010, concernente la programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori extracomunitari non stagionali nel territorio dello Stato per l'anno 2010, che prevede una quota massima d'ingresso per motivi di lavoro non stagionale di 98.080 lavoratori non comunitari, che si aggiunge alla quota di 6.000 lavoratori non comunitari gia' prevista, in via di anticipazione, con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1° aprile 2010, per una quota complessiva autorizzata per l'anno 2010 pari a 104.080 unita';

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 marzo 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 92 del 19 aprile 2012, concernente la programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori non comunitari stagionali e di altre categorie nel territorio dello Stato per l'anno 2012, che prevede tra l'altro, all'art. 2, come anticipazione della programmazione dei flussi d'ingresso per l'anno 2012 di lavoratori non comunitari per motivi di lavoro non stagionale, una quota di 4.000 cittadini non comunitari residenti all'estero che abbiano completato programmi di istruzione e formazione nel paese di origine ai sensi dell'art. 23 del citato testo unico sull'immigrazione;
Tenuto conto delle esigenze di specifici settori produttivi nazionali che richiedono lavoratori autonomi per particolari settori imprenditoriali e professionali;
Visto l'art. 21 del citato testo unico sull'immigrazione, circa la previsione di quote riservate all'ingresso di lavoratori di origine italiana;
Considerata inoltre l'esigenza di consentire la conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato e per lavoro autonomo di permessi di soggiorno rilasciati ad altro titolo;
Considerato che la disposizione transitoria prevista dall'art. 5 del decreto legislativo n. 109 del 2012 sopra citato, prevede la facolta' per i datori di lavoro che occupano irregolarmente lavoratori stranieri presenti sul territorio nazionale, di dichiarare la sussistenza del rapporto di lavoro allo sportello unico per l'immigrazione;
Rilevato che permane comunque l'esigenza di prevedere - quale ulteriore anticipazione della programmazione dei flussi di ingresso in Italia, per l'anno 2012, di lavoratori non comunitari per motivi di lavoro non stagionale - specifiche quote destinate, rispettivamente, all'ingresso di lavoratori autonomi, di lavoratori di origine italiana, nonche' di prevedere quote destinate alla conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato e per lavoro autonomo di permessi di soggiorno rilasciati ad altro titolo;
Considerato che - avuto riguardo all'attuale congiuntura economica in Italia che evidenzia una generale contrazione dei livelli di occupazione - e' opportuno prevedere gli ingressi di lavoratori non comunitari per motivi di lavoro non stagionale in misura ridotta, fatte salve eventuali successive esigenze, rispetto alla corrispondente quota complessivamente autorizzata con i citati decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri 1° aprile 2010 e 30 novembre 2010;

Rilevato che ai fini anzidetti puo' provvedersi con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da adottare, in via di programmazione transitoria, nel limite della quota complessivamente utilizzabile per l'anno 2012, risultante dalle corrispondenti quote di ingresso per motivi di lavoro non stagionale autorizzate, con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1° aprile 2010 e con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 30 novembre 2010, detratta la quota di 4.000 unita' gia' disposta, per l'ingresso di lavoratori formati all'estero, dall'art. 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 marzo 2012;


Decreta:
Art. 1
1. A titolo di anticipazione della programmazione dei flussi d'ingresso dei lavoratori non comunitari per motivi di lavoro non stagionale per l'anno 2012, sono ammessi in Italia, in via di programmazione transitoria, per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini stranieri non comunitari entro una quota complessiva di 13.850 unita'.

Art. 2

Nell'ambito della quota di cui all'art. 1, e' consentito l'ingresso in Italia, per motivi di lavoro autonomo, di 2.000 cittadini stranieri non comunitari residenti all'estero appartenenti alle seguenti categorie: imprenditori che svolgono attivita' di interesse per l'economia italiana; liberi professionisti riconducibili a professioni vigilate, oppure non regolamentate ma comprese negli elenchi curati dalla pubblica amministrazione; figure societarie di societa' non cooperative, espressamente previste dalle disposizioni vigenti in materia di visti d'ingresso; artisti di chiara fama internazionale o di alta qualificazione professionale, ingaggiati da enti pubblici oppure da enti privati.

Art. 3
Nell'ambito della quota di cui all'art. 1, sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo, entro una quota di 100 unita', lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile.


Art. 4
1. Nell'ambito della quota di cui all'art. 1, e' autorizzata la conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato di:

a) 4.000 permessi di soggiorno per lavoro stagionale;
b) 6.000 permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
c) 500 permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati ai cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell'Unione europea.


2. Nell'ambito della quota di cui all'art. 1, e' inoltre autorizzata la conversione in permessi di soggiorno per lavoro autonomo di:
a) 1.000 permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
b) 250 permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, rilasciati ai cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell'Unione europea.

Art. 5
Le quote per lavoro subordinato previste dal presente decreto saranno ripartite dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali sulla base delle effettive domande pervenute.

Art. 6
I termini per la presentazione delle domande ai sensi del presente decreto decorrono dalle ore 9,00 del quindicesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Art. 7
Trascorsi novanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, qualora vengano rilevate quote significative non utilizzate tra quelle previste dal presente decreto, tali quote, ferma restando la quota complessiva prevista dall'art. 1, possono essere diversamente ripartite dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali sulla base delle effettive necessita' riscontrate sul mercato del lavoro. Roma, 16 ottobre 2012

Il Presidente: Monti
Registrato alla Corte dei conti il 14 novembre 2012 Presidenza del Consiglio dei Ministri registro n. 9, foglio n. 239

martedì 27 novembre 2012

RAPPRESENTATIVITA' SETTORE PUBBLICO: PATRONI'S SECRET

Questo post , nell'ambito del settore pubblico, pensiamo sia il più importante tra quelli da noi finora scritti. Come nella Piovra, andiamo al cuore del problema, tocchiamo la cupola. Ricordate a marzo le elezioni RSU? Al termine delle quali tutti si dichiararono vittoriosi? Dopo le quali furono dati numeri proposti in mille maniere?Ecco, ora abbiamo il risultato finale certificato, Comparto per comparto, area per area. Con , per ogni organizzazione, voti e numero iscritti. E Assange non centra nulla.
Cliccate sul seguente link:
Domandiamoci prima di tutto perchè solo noi (che non c'entriamo niente, come avrebbe cantato Povia) vi forniamo subito questi numeri:perchè siamo nati solo 6 mesi fa
Poi conservateveli fino a tutto il 2015, almeno, quando imprecherete, saprete con chi prendervela, in percentuale.
Inoltre, guardando ai risultati di coloro che non hanno raccolto una delega e/o non hanno beccato un voto, potrete sempre immaginare cosa sarebbe stato se aveste colto l'attimo e provato l'avventura. Ma, come si sa, ogni lasciata è persa.
Pensate alla goduria di chi ha conquistato la rappresentatività e che invidierete perchè “conta “ qualcosa, può partecipare agli incontri con i dirigenti, già pregusta i favori da chiedere e da ricevere, già starà spuntando la lista dei regali promessi in campagna elettorale. E anche se non mantenesse, chissenefrega, ormai quel che è fatto è fatto e per 3 anni nessuno può ripensarci. Un pensiero anche a chi pur non facendo nulla per il proprio sindacato ha usufruito e continuerà a farlo del distacco sindacale , pagato dallo Stato, cioè dal contribuente (anche da voi) a maggior ragione dopo l'entusiastica conferma ricevuta dal corpo elettorale. E ai permessi sindacali, tanti, di cui fruiranno solo i sindacati di serie A (la serie B , in questo contesto, dura 3 anni). Interessa solo il pubblico? No, perchè in base all'accordo sulla produttività, per volontà di CISL, UIL, UGL (in attesa che la Camusso ceda alla corte di Monti e Passera i quali allo scopo hanno relegato in cucina la Fornero) questo sarà il futuro della rappresentatività anche nel settore privato. Una bella auto a 4 posti con uno o due seggioloni su cui a turno si accomoderanno alcuni sindacati più piccoli cui, per non disturbare, verrà messo in bocca il biberon. Alcuni di voi ricorderanno l'avvio degli organi collegiali della scuola. Organismi che sin dall'inizio non contavano nulla (e è stato così per anni) che però erano l'occasione per contarsi e per mettere un tappo istituzionale e burocratico alle battaglie di massa. Non contano nulla le RSU, pubbliche e private, non conteranno nulla i lavoratori nel prossimo sistema e sarà così per anni. Altri elementi emergono dall'analisi dei tabulati. Per esempio che esiste quasi un sindacato per ogni dipendente. Segno che i propositi di cambiamento si scontreranno sempre con una volontà superiore in Italia: quella di ogni gruppo d'interesse, corporativo, anche riferito a singole amministrazioni , di trarre vantaggio dal creare una sigla. Da questa considerazione si potrebbe desumere che il voto dei lavoratori nella pubblica amministrazione è , fondamentalmente, un voto di tipo clientelare. Ma non sta bene, non è politicamente corretto dirlo e noi non infrangeremo questa regola. Anche perchè c'è qualcosa che non quadra. Infatti le clientele presuppongono l'esistenza di un bene o di un privilegio anche piccolo cui accedere.Qui praticamente si tratta di aspirare a e dividersi il nulla. Quindi una gigantesca e ridicola allucinazione di massa .A meno che non si attribuisca un valore al pulire la sedia al direttore di turno prima che la riunione inizi. Parliamo allora di un condizionamento di tipo socio culturale che interessa gran parte della platea del lavoro pubblico, soprattutto in certe zone del Paese, dove la Pubblica Amministrazione è traguardo sociale più ambito . Ossia, l'illusione che conquistando un posto fisso si entri in qualche modo in un contesto privilegiato e che se, durante la propria vita lavorativa si è furbi e si sa fregare il collega si può fare “carriera”. Senonchè ciò poteva valere per le passate generazioni. Ora ci sono i contratti bloccati su base decennale, gli stipendi da fame, le punizioni disciplinari, i dirigenti nella posizione dei signorotti medievali, la corruzione eretta a sistema che risorge tra una retata e l'altra, la vendita del servizio ai privati non nell'interesse pubblico, una collettività che non ha più soldi, massacrata dal fisco e che piuttosto si farebbe mutilare pur di non dare più soldi a questa Pubblica Amministrazione da paese delle banane. Perfettamente funzionale a tutto ciò è la presenza, in tutti i settori, nella stessa maniera, dei soliti sindacati, col solito numero di iscritti, coi soliti voti. Noterete che le organizzazioni più rumorose (i “conflittuali”), che vi bombardano di e-mail (e lo fanno da anni) ottengono un risultato striminzito, non sfondano. Poi ce ne sono altre, di cui non avete mai sentito parlare, non avete mai letto una e-mail, che ottengono stabilmente risultati ottimi. Ma non si sa neppure cosa propongono. E' evidente che, nella più fedele tradizione del sindacato autonomo è gente che “sa” lavorare, “sa” cosa interessa veramente all'impiegato medio e ha conquistato una sua credibilità dando prova di saper “far ottenere” ciò che è più richiesto. Ovviamente nella massima discrezione.
Non sappiamo cosa accadrà nel 2015, tra tre anni. Molto dipenderà dal quadro sociale e politico di allora che ovviamente è imprevedibile. Crediamo, molto realisticamente, che la scelta di ogni pubblico impiegato (ma, per quanto detto, ormai, di ogni lavoratore, anche privato) sarà tra l'essere protagonista di future trasformazioni o quella di aspettare passivamente e di di vedere cosa accada, cercando, auspicabilmente, di riuscire a conservare il posto, anche lavorando praticamente gratis (come sta avvenendo di fatto da un po' di tempo). Quel che è certo è che il quadro presente nei tabulati dell'ARAN è rappresentativo non già di una conquistata partecipazione o protagonismo dei lavoratori quanto dell'inutilità di organismi concepiti per mettere guinzaglio e museruola ai lavoratori stessi o quanto meno a quelli, una minoranza, ancora un po' vivaci . Per fortuna la storia ci insegna che anche costruzioni più complesse potranno essere bypassate e quindi ignorate da chi vorrà, prima o poi, prendere in mano il proprio destino.
L'AGL, pur rispettando la volontà democratica espressa da migliaia di lavoratori e questi organismi che debbono essere considerati, a loro modo, delle "Istituzioni”, è comunque orgogliosa di non far parte di questo inganno e di avere le mani libere da interessi e rapporti imbarazzanti. Utilizzeremo questa libertà da vincoli per raccontarvi la nostra verità e per proporre le nostre soluzioni innovative e contro corrente, nel panorama sindacale italiano , come abbiamo tentato di fare sin dalla nostra fondazione.

mercoledì 21 novembre 2012

RIFORMA CONDOMINIO? MONCA PURE LEI

La "riforma" del condominio (un semplice recepimento di alcuni principi adottati dalla Cassazione)non ci soddisfa in quanto, accanto a delle giuste novità, permangono delle vistose dimenticanze.Non è stata affrontata la questione della personalità giuridica del condominio, non è stata risolta (ci dispiace per il Rag. Fantozzi) quella delle proverbiali liti, ancora inadeguata risulta la disciplina della ripartizione delle spese.La materia dell'approvazione delle tabelle millesimali presenta ancora incertezze. Auguri quindi agli amministratori e agli inquilini che continueranno nella loro vita spericolata.

CASSAZIONE: LICENZIAMENTO E DOCUMENTI RISERVATI

Cassazione, Sentenza n. 20163 del 16 novembre 2012.
Il lavoratore licenziato (nello specifico si trattava di un bancario) , per difendersi, può utilizzare corrispondenza e documenti aziendali riservati, nel caso in cui il datore di lavoro non si sia comportato correttamente, in quanto finalizzata all'esercizio di diritti.Se il datore di lavoro ha adottato un atteggiamento vessatorio non può invocarne l'abusivo impossessamento nè la violazione dell'obbligo di fedeltà.

lunedì 19 novembre 2012

ACCORDO CON SVIZZERA SU CAPITALI ALL'ESTERO?

Da TM News:

""""""""""Svizzera spera in un accordo con Italia su Fisco entro 21 dicembre

Per le autorità svizzere "i lavori progrediscono bene". In trattative anche con altri Paesi europei

Pubblicato il 19/11/12 da TMNews
Berna, 19 nov. (TMNews) - Le autorità della Svizzera sono "ottimiste" sulla possibilità di raggiungere un accordo tecnico con l'Italia sulla regolarizzazione dei conti di clienti italiani negli istituti di credito elvetici entro il 21 dicembre prossimo. Lo ha riferito l'ambasciatore Oscar Knapp, responsabile Divisioni Mercati della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie, spiegando che per quella data si punta ad una intesa tecnica da sottoporre ai governi. "Siamo fiduciosi di presentare una soluzione concordata ai governi" ha detto Knapp.Si tratterebbe di un nuovo accordo di questo genere per la Svizzera, che ha già stretto intese simili con Gran Bretagna, Austria e soprattutto con la Germania, posto che l'intesa raggiunta con Berlino è stata siglata col governo ma deve essere ancora ratificata dal parlamento tedesco. Comunque in generale con l'Italia "i lavori progrediscono bene" ha aggiunto l'ambasciatore, e le delegazioni sono entrambe soddisfatte.
Oltre alle trattative che ha con l'Italia per un accordo di sanatoria sui conti bancari detenuti in Svizzera da parte di clienti italiani, e non conosciuti dal fisco italiano, Berna ha in corso "contatti formali" con vari altri paesi dell'Unione europea e non, ha riferito il portavoce del Segretariato di Stato per le Questioni finanziarie, Mario Tuor, incontrando un gruppo di giornalisti italiani a Berna. Tuor ha precisato che al momento la Svizzera non rivela quali siano questi paesi."""""""""
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COMMENTO AGL:
I più attenti alle esternazioni dei sindacati nostri concorrenti (critici col Governo per la scarsa lotta all'evasione fiscale) ricorderanno che questa della necessità che il Governo Monti al più presto sottoscrivesse, similmente ad altri Paesi che già l'hanno fatto, un accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali italiani detenuti in c/c svizzeri all'insaputa del Fisco italiano, era una sorta di discriminante per testare la buona volontà del Governo, ai fini di un successivo dialogo. Si diceva cioè, "avete fatto la spending review, i tagli orizzontali, state massacrando il Welfare, saremmo disposti a tollerare questi sacrifici se almeno faceste quel tale accordo con la Svizzera, ecc. ecc.".A parte le enunciazioni (non ostili) di principio, però,finora, da parte del Governo, nulla di concreto. E tanto silenzio da parte degli organi di stampa. Ora questo articolo che ci dice che le cose sarebbero a buon punto. Tuttavia non capiamo alcune cose e, soprattutto, alla luce di queste, ci sembra un pò avventata l'apertura di credito eventuale che altre organizzazioni sindacali hanno assicurato purchè tale accordo si facesse.
Intanto, l'indicazione del 21 dicembre come probabile data della chiusura dell'accordo è un chiaro avviso ai naviganti perchè, se del caso, prendano le loro contromisure.E di solito, in questi casi (Amato docet) la sorpresa è uno degli ingredienti fondamentali.Poi si parla apertamente di "regolarizzazione" e di "sanatoria" dei conti detenuti all'estero. Ossia, in Svizzera si offre la stessa carità ai capitali italiani clandestini che in Italia offriamo agli esseri umani che immigrano e lavorano da noi in nero. Dobbiamo supporre quindi che appena varcata la frontiera i capitali italiani vengano adeguatamente e amorevolmente "rifocillati". E magari ci sia da parte del governo svizzero la disponibilità a chiudere gli occhi su eventuali "marachelle" .A parte le battute, è chiara la differenza con il meccanismo dello scudo fiscale. Qui i capitali non torneranno, non saranno più a disposizione delle banche italiane per prestiti e investimenti. Non ci sarà autodenuncia dell'evasore italiano al fisco italiano ma tutto verrà "gestito" dalle autorità svizzere.Quanti soldi entreranno non è dato prevederlo ma è meglio non farsi illusioni: molti meno di ciò che avvenne con lo Scudo Fiscale. Già ci aspettiamo poi la "giustificazione", come a scuola, del ritardatario Governo Monti: "che volete, ancora non lo ha ratificato neppure il Parlamento tedesco..."
Ma, diciamo questa volta ai sindacati italiani, perchè state accettando questa ridicola presa in giro dal governo italiano (un pò come il sostegno alla Tobin Tax che, così come concepita, ci procurerà solo danni) tramite la quale si fa solo il solletico ai ricchi, non difendete come noi il cittadino e il lavoratore da attacchi alla sua libertà attualmente in corso, ossia: le limitazioni all'uso del contante, il sostanziale obbligo, per tutti , di avere un conto corrente, la definitiva abolizione (solo per i poveri) del segreto bancario, in realtà solo una scusa, questa, come già abbiamo argomentato in altra sede, per controllare il cittadino 24 ore su 24, i livelli demenziali di tassazione (sia riguardo alle aliquote che agli adempimenti) quando è risaputo che l'unico modo di sconfiggere l'evasione è la riduzione degli adempimenti burocratici e uno shock che porti a un abbassamento delle aliquote in maniera tale che ogni persona non sia costretta a dare allo Stato più di un terzo della sua ricchezza e di quello che produce?Anche a costo di dismettere pezzi di Pubblica Amministrazione. Già oggi per sopravvivere, sia il dipendente che il piccolo imprenditore, sono costretti al nero.Vogliamo deciderci ad intervenire su queste concrete misure o forse ancora qualcuno crede che Monti sia intenzionato ad alleggerire sul serio i miliardari?

domenica 18 novembre 2012

SEGRETO BANCARIO: THE NEVERENDING STORY

Il Garante della privacy ha dato il via libera alla trasmissione dell'Estratto conto al fisco.Il nuovo sistema di trasferimento dati “Sid” è considerato sufficientemente sicuro ma il Garante continuerà a vigilare. L'Authority ha approvato lo schema di provvedimento dell'Agenzia delle entrate che stabilisce le modalità con le quali saranno trasmesse all'Agenzia le informazioni relative ai conti correnti (importi totali di accrediti e addebiti, saldo iniziale e finale dell'estratto conto) e anche ai rapporti extra-conto per la "comunicazione integrativa annuale". La trasmissione doveva iniziare il 31 ottobre scorso ma il Garante aveva sollevato obiezioni sulla sicurezza del sistema, considerata l'enorme concentrazione di informazioni presso l'Anagrafe tributaria e il potenziale di rischio difficilmente riscontrabile in un ordinario esercizio dell'attività finanziaria o bancaria.

Così è stata cambiata l'infrastruttura tecnologica e il servizio Entratel ha ceduto il passo al Sid, Sistema di interscambio. Il nuovo sistema consente di automatizzare le procedure di trasmissione con meccanismi di estrazione, composizione, compressione e cifratura dei dati. La banca sarà connessa direttamente all'Agenzia e non potrà avvalersi di intermediari fiscali. Il file cifrato dovrà essere conservato su un server Ftp solo per il tempo strettamente necessario allo scambio e in ogni caso i dati dovranno essere definitivamente cancellati dopo 6 anni.
Già alla fine dell'anno scorso ,nell'ambito della lotta all'evasione fiscale, l'art. 11 del Decreto SalvaItalia ha reso automatico il controllo delle movimentazioni finanziarie. Banche, Poste, Sim devono comunicare regolarmente al fisco le operazioni relative ai rapporti di tutti i clienti. Dal 2013 l'operazione si ripeterà il 31 marzo di ogni anno, con riferimento alle operazioni di conto corrente (e anche extra-conto, es. cambi di valuta estera o incasso di assegni) relativi all'anno precedente.

Sono esclusi i pagamenti con bollettini postali inferiori ai 1.500 euro.

In questo modo l’amministrazione tributaria avrà accesso diretto ai dati contenuti in circa 40 milioni di conti correnti. I supercomputer della Sogei, la società di IT del ministero dell'Economia, elaboreranno 22mila informazioni al secondo e segnaleranno le posizioni "a rischio", cioè che richiedono un controllo più mirato.

L'obiettivo sarebbe di recuperare una parte dei 120 miliardi di euro che vengono sottratti al fisco ogni anno.

D'ora in poi l'Agenzia delle Entrate userà i dati bancari non solo per avere conferma nell'ambito di accertamenti già in corso su specifici contribuenti, ma come fonte diretta per selezionare i potenziali evasori.



Tutti parlano di fine del segreto bancario.In realtà esso non è mai esistito per i conti dei poveracci e continuerà ad esserci per i conti svizzeri ed esteri, in generale, dei ricchi e degli evasori.
Non è escluso che possa significare invece la fine delle banche italiane a vantaggio di quelle straniere. Ecco perchè, solo per questo, molto probabilmente questo provvedimento verrà pian piano annacquato e reso innocuo (ovviamente con la scusa della difesa della nostra privacy) dai politici (presenti in ogni partito, anche prima del governo Monti) servi delle banche.
Come giustamente sottolineato da alcuni rimarrà invece la natura liberticida insita nel provvedimento. Come se la polizia , come accade nelle dittature, possa senza mandato fare perquisizioni di caseggiato. Chiunque potrà essere arbitrariamente colpito per motivi estranei alla lotta all'evasione partendo da questi dati, tra l'altro già oggi incerti e pericolosi (si pensi alle truffe on line, ai furti di identità, alle card clonate e alle cartelle pazze). Se poi qualcuno ha fiducia nelle possibilità della giustizia italiana di tutelare celermente e a costi contenuti il cittadino, evidentemente viene da un altro pianeta.
Inviteremmo poi tutti coloro che hanno a cuore la democrazia a riflettere sul processo che in questi anni ha portato l'agenzia delle entrate ed equitalia (rette di fatto da un unica persona fisica, ricordiamolo) ad essere un soggetto pubblico con poteri di gran lunga superiori a quelli del governo e del parlamento. Di vita e di morte, a giudicare dai suicidi verificatisi. Con quali risultati? Chiedetelo alle famiglie e alle imprese.
Effetto sicuro sarà la chiusura di migliaia di conti correnti in Italia, analogamente a quanto avvenuto per le imprese e, ancora, similmente, l'acquisizione di tale servizio all'estero per chi se lo potrà permettere. Altrimenti, nero. Tanto nero in più. E il calo di gettito sarà pagato da ulteriori tagli ai servizi essenziali.
L'abbiamo detto tante volte: l'unica maniera per ridurre l'evasione fiscale è l'abolizione delle centinaia di voci e di adempimenti e il passaggio a un sistema semplice in cui ciascun cittadino venga chiamato a contribuire al massimo per un terzo di quello che ha complessivamente. Là dove ciò è stato fatto, storicamente, si sono avuti risultati.
Calo immediato del gettito? Possibile, ma allora riduciamo le spese inutili, come ad esempio, tra le numerose altre, l'agenzia delle entrate ed equitalia (ovviamente impiegando altrove nella amministrazione finanziaria i funzionari che vi operano) l'una incapace di accertare quanto evaso, l'altra di riscuoterlo. Entrambe capaci solo di rovinare la vita di tanti cittadini e imprese, con adempimenti mostruosamente complicati, con perdite di tempo, con pretese infondate e generatrici di un costosissimo e inutile contenzioso in cui per lo più vengono sconfitte. E l'Italia affonda (tranne le banche, i loro referenti politici e gli alti dirigenti pubblici).