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sabato 12 dicembre 2015

RISPARMIATORI ROVINATI: UNA RIFLESSIONE SUL SENSO DELL'ONORE DEI VERTICI DI BANCA D'ITALIA E DELLA CONSOB

AGL: domandiamo al grande scrittore Andrea Camilleri, autore, nel 2007, dell'articolo seguente pubblicato su www.lastampa.it se ritiene che dopo quanto successo negli ultimi 8 anni (e in particolare nella settimana appena passata)  la stragrande maggioranza del popolo italiano, di fede cattolica, sarebbe ancora d'accordo nel dissuadere i personaggi ai vertici di Banca d'Italia, Consob e delle banche in genere, dal trarre le estreme conseguenze di un rigoroso rispetto del senso dell'onore (ammesso che in loro ve ne sia ancora - o ve ne sia mai stata - traccia)...

fonte www.lastampa.it

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L’Italia non rischia un Matsuoka

Il ministro giapponese si è ucciso avendo trasgredito l’obbligo all’onestà assoluta. Se l’usanza si diffondesse da noi porterebbe a un rovinoso spopolamento
31/05/2007
Apprendo dai giornali e dalle tv che il ministro giapponese dell’Agricoltura Toshikatsu Matsuoka, facente parte dell’attuale governo presieduto da Shinzo Abe, si è impiccato perché accusato, pare con solido fondamento, di essere coinvolto in scandali finanziari. Ha obbedito a quell’antico codice di condotta giapponese che si chiama Bushido e che obbliga, tra l’altro, prima di tutto all’onestà assoluta nell’esercizio delle proprie funzioni. La faccenda, come cittadino italiano, mi preoccupa enormemente. Perché temo il contagio, allo stesso modo dell’influenza aviaria. Prima di Matsuoka, mi era capitato di leggere di tanto in tanto che manager giapponesi che avevano condotto al fallimento le aziende da loro guidate si erano buttati giù dall’alto di un grattacielo o avevano fatto addirittura harakiri come i samurai di una volta.

Le mie parole vogliono in qualche modo contribuire a scongiurare la spaventosa possibilità che anche nel nostro amato paese si diffonda una simile barbara usanza che porterebbe in breve l’Italia a un rovinoso spopolamento di industriali, di imprenditori, di manager pubblici, a un pericoloso depauperamento di quelle eccelse intelligenze che guidano le sorti delle nostre capacità produttive. Da noi fortunatamente è invalso l’uso che un manager che ha completamente fallito, che so, la gestione delle Ferrovie, invece di sentirsi costretto al suicidio, sia trasferito, dopo aver ricevuto un’ultramiliardaria liquidazione, a gestire l’Alitalia; che un banchiere, tante volte inquisito per bancarotta, non solo rimanga al suo posto, ma possa anche estendere, con fusioni e accorpamenti, il suo personale potere tra il plauso dei politici che sperano, in ginocchio attorno al tavolo del banchetto, che venga loro gettato qualche osso. Fallisce la Cirio? Fallisce la Parmalat? I piccoli risparmiatori vengono defraudati dei loro risparmi? Viviamo in un paese cattolico. Se si commette un errore, ci si confessa e si viene assolti. Il suicidio, come si sa, è un peccato mortale. Tenetelo presente, industriali e manager italiani: non lasciatevi, per carità, contagiare.  """

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