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lunedì 15 dicembre 2014

IL NOME DEL PUZZONE. RENZI, POLETTI: DITECI CHI E' RESPONSABILE NEL MINISTERO DEL LAVORO DI QUESTO SCONCIO E SBATTETELO FUORI DALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. LUI E I SUOI COMPLICI.


Grave denuncia da parte del Sen. Prof. Pietro Ichino: nel Ministero del Lavoro c'è chi sabota le Politiche Attive! Gradiremmo che il Premier e il Ministro Poletti intervenissero con la massima energia per risolvere il problema.

Dal Blog di Pietro Ichino http://www.pietroichino.it/

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PERCHÉ IL MINISTERO OSTACOLA LA SPERIMENTAZIONE DELLE POLITICHE ATTIVE?


COSÌ IL POTERE BUROCRATICO ABROGA DI FATTO UNA LEGGE DELLO STATO  
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 324, 13 dicembre 2014 - Per ulteriore documentazione in proposito v. il Portale del contratto di ricollocazione – In argomento v. anche l’editoriale telegrafico Lavoro: per prima cosa, stanare i gattopardi, dell’8 settembre ..
27 dicembre 2013 - Viene emanata la legge di stabilità 2014, il cui articolo unico al comma 215 istituisce il Fondo per le politiche attive del lavoro, disponendo un suo finanziamento iniziale di 50 milioni. Il relativo regolamento dovrà essere emanato entro 90 giorni.
8 aprile 2014 - Scaduto inutilmente il termine per l’emanazione del regolamento, i capigruppo di maggioranza in Commissione Lavoro al Senato presentano una prima interrogazione in proposito al Ministro, che resta però priva di risposta.
25 giugno 2014 -  Del regolamento nessuna traccia. Seconda interrogazione dei capigruppo di maggioranza. Questa volta  il il ministro risponde in Aula il 3 luglio, nel corso di un question time, informando il Senato che il regolamento è pronto ed è ormai “alla firma”.
14 luglio 2014 - Il Governo e la Regione Lazio annunciano il prossimo avvio della sperimentazione, con il contributo del Fondo per le politiche attive, del contratto di ricollocazione per la soluzione della nuova crisi occupazionale Alitalia, che vede oltre 900 lavoratori licenziati.
16 settembre 2014 - Il regolamento non c’è ancora. Terza interrogazione al ministro del Lavoro.
15 ottobre 2014 - Il sottosegretario al Lavoro Bobba risponde in Commissione che il decreto è pronto e deve essere solo registrato alla Corte dei Conti.
15 dicembre 2014 - Il regolamento non è ancora emanato. Viene presentata la quarta interrogazione in proposito.
A questo punto, però, secondo logica, l’interrogazione non dovrebbe più riguardare il regolamento del Fondo per le politiche attive, bensì un quesito assai più inquietante: chi, in seno al ministero, è responsabile di questa vera e propria omissione di un atto d’ufficio, platealmente mirata a impedire l’attuazione di una legge dello Stato?""""""""""

martedì 7 ottobre 2014

INCONTRO DI RENZI CON I SINDACATI-MAMMUTH. POLITICAMENTE CORRETTO MA CONCRETAMENTE INUTILE PERCHE' DA TEMPO NON SONO PIU' REALMENTE RAPPRESENTATIVI DI CHI LAVORA MA SOLO DI CHI CAMPA DI TASSE.

Penoso epilogo stamattina di mesi di incomunicabilità. I vertici di CGIL-CISL-UIL-UGL non hanno avuto neppure un'impennata di orgoglio.In pochi minuti è stata sancita la loro inutilità. Il Governo parla un linguaggio di riforme troppo moderno perchè sia recepito da questi ruderi.Andrà di fatto avanti senza di loro, nonostante loro e le future nostalgiche parate, come quella del 25 ottobre, di un regime di concertazione che non esiste più.
L'AGL ritiene che lo Statuto dei Lavoratori, quindi anche l'art. 18, vada modificato in direzione di quanto indicato dal Governo in quanto queste vecchie norme ormai sono dannose sia per chi lavora che per chi il lavoro lo sta cercando.L'ideale sarebbe il sistema americano ma ci rendiamo conto che sarebbe un salto troppo grosso per l'Italia. Certo che (e la Spagna lo dimostra) la direzione per attrarre investimenti è quella e sarebbe bene evitare di perdere tempo, pena l'emigrazione senza ritorno dei lavoratori italiani verso l'estero.Buona l'idea di mettere in busta paga il TFR su base volontaria e giuste le cautele che si stanno adottando per prevenire una crisi finanziaria delle PMI.E bene anche perchè più TFR si sottrae ai Fondi Previdenziali fallimentari di CGIL-CISL-UIL (che non a caso vi si stanno opponendo con insolita veemenza) meglio è. Bravo Renzi a rompere le uova nel paniere della Triplice anche prospettando una legge sulla rappresentanza. E' incostituzionale e truffaldino l'Accordo in materia dei sindacati con Confindustria e il Governo lo deve mandare all'aria.Siamo, sin dai tempi di Sacconi, per lo sviluppo della contrattazione aziendale e territoriale che aderisca meglio alle diverse realtà del Paese e promuova una maggiore produttività. Vanno spazzati via il dumping contrattuale, la falsa cooperazione e lo sfruttamento degli extracomunitari attraverso la fissazione del salario minimo. Il precariato va superato innanzitutto da un punto di vista culturale, passando a un sistema in cui tutti, nessuno escluso, passino da un lavoro all'altro senza traumi o privilegi anacronistici. Le politiche attive del lavoro e la vigilanza dovranno essere trasformate in maniera consequenziale. Così come gli ammortizzatori sociali. Ichino ha ragione nell'individuare nel contratto di ricollocazione una possibile via per superare un sistema di Cassa Integrazione che lega per anni lavoratori a posti di lavoro che non torneranno più.E infine la riforma della Pubblica Amministrazione. Va accelerata con determinazione. I processi avviati da Renzi richiedono risorse ingenti? Benissimo, purchè non vengano aumentate le tasse e sia ridotto il cuneo fiscale. Dove recuperare? Dalla Spending Review che va portata alle estreme conseguenze, riguardo alla macchina pubblica. Occorre, in fretta, equiparare in tutto e per tutto ai lavoratori privati i tre milioni e passa di dipendenti pubblici e, poiché la pacchia è veramente finita, è ora che lo Stato si disfi di ciò che ha di più caro, ossia, di qualche Ministero. Come si fa? Analogamente a quanto accaduto col Teatro dell'Opera di Roma. Ma facciamo presto.

venerdì 5 settembre 2014

“BLOCCO CONTRATTUALE” PER GLI STATALI FINO AL 2015: DOV'E' LA NOTIZIA?E' UN' ALTRA: FINO A IERI GLI STATALI ERANO PRESI PER IL CULO DIRETTAMENTE DAI GOVERNI. ORA NON PIU': CI PENSERANNO GLI “UOMINI IN DIVISA”.

Ci eravamo dimenticati dell'esistenza dei Sindacati del lavoro pubblico. Non si sentivano più in giro. Poi, all'improvviso una non notizia (il blocco degli aumenti, se ricordate (DEF aprile 2014), è quasi sicuro fino al 2020 per motivi di finanza pubblica) ha fornito nuovo materiale per i quotidiani di gossip politico.La ragione è semplice: di cosa si sarebbero altrimenti occupati nei prossimi 6 anni i sindacati?come noto, Renzi ha cambiato stile. Non più tavoli e consultazioni coi sindacati ma richiesta diretta ai lavoratori di pareri e proposte. Volontà di eludere ed elidere i corpi intermedi? No, semplicemente non perdere tempo e non farsi deviare dai corpi morti più o meno intermedi, più o meno rappresentativi.Divertente. Gli hanno obbiettato che con le riforme istituzionali non si mangia e lui reagisce rifiutandosi di masticare carne defunta. Ovviamente è partita la rituale proclamazione di preavvisi di sciopero la quale però è stata immediatamente sovrastata da un pronunciamento golpista e fascistoide di sindacati e Cocer degli uomini in divisa. Che tra parentesi (e neanche tanto) minacciano , di fatto, di violare la Costituzione , dato che ci risulta che determinate categorie di servitori dello Stato non abbiano diritto di sciopero. E di operare una grande mistificazione, visto che si tratta di categorie lasciate fuori dalla contrattualizzazione del pubblico impiego.Ricordate gli applausi agli agenti inquisiti per gravi reati durante un congresso di un sindacato autonomo di polizia? Altro che le patetiche banane di Tavecchio...E qui ,sorpresa: è stata pubblicizzata una immediata disponibilità all'incontro, seppure scevra da tentazioni di cedere al ricatto. Anche i sindacati del lavoro pubblico erano stati incontrati, ma solo dalla Madia e non personalmente da Renzi e con modalità sbrigative e disillusorie. Gli uomini in divisa invece no. Saranno ricevuti “personalmente” dal Premier e non solo e tanto dai vari Ministri competenti.Questa disponibilità temperata dalla contestuale sottolineatura che cinque polizie sono comunque troppe. Come dire: venite pure alla riunione, anche in divisa ma attenti a quello che dite e a dove vi sedete perchè potrebbero esserci anche per voi dei bei forbicioni di cottarelliana fattura pronti a stagliuzzarvi le gallonate chiappe.Beh, tutt'altra grinta rispetto alla reazione di maniera di Alfano che l'immaginario collettivo pensa afflitto e impaurito dalla possibilità che un bel giorno la sua scorta si rifiuti di accompagnarlo al “lavoro”.Era aperto un tavolo presso il suo Dicastero proprio su questi temi ma evidentemente (era successo nei giorni scorsi anche nei suoi colloqui-bidone con le autorità europee sulla questione Frontex) il piglio autorevole è ancora un limite del politico che tuttavia si applica molto pur senza immediati risultati.
Ma il dato fondamentale è che questa differenza di trattamento tra statali e uomini in divisa (un vero e proprio schiaffo, altro che le vignette di brunettiana memoria) è la definitiva sepoltura di ogni e qualsiasi speranza per i lavoratori pubblici non in divisa. Una certificazione crudele dell'inutilità della Pubblica Amministrazione così come oggi si configura in Italia. Quando i Sindacati pubblici urlano, imprecano e propongono lo sciopero generale, vi prendono quindi per il culo.Il Governo giustifica tale situazione col fatto che una comunità con un milione di disoccupati ha altre priorità e altre urgenze. Le risorse sono limitate e occorre fare delle scelte.Come avviene quando una autoambulanza deve scegliere a chi prestare prima le cure, nel caso abbia davanti più feriti.Si dice: non è vero. Le risorse per “curare” anche gli altri ci sarebbero ma non c'è la volontà politica di reperirle.In particolare si evoca la triade “evasione fiscale,società partecipate, corruzione”. Questo governo è in carica da 6 mesi, i suoi ministri sono giovani o per lo più estranei o ininfluenti rispetto agli assetti politici precedenti. Hanno promesso di mettere le mani in quelle tre problematiche e qualcosa, in 6 mesi, hanno iniziato a fare. Se tra 1000 giorni riusciranno a tener fede agli annunci bene. Altrimenti Renzi vedrà dissolversi il suo 40% e al governo avremo Grillo o il Centro Destra o addirittura avremo la Troika a comandare sull'economia italiana.La domanda allora è: era ed è possibile entro dicembre (tra 3 mesi) far saltar fuori da “evasione fiscale,società partecipate, corruzione” i miliardi per aumentare di 100 euro al mese lo stipendio di tutti gli statali?Perchè di questo tipo di aumento si tratterebbe. Ci sembra improbabile. E allora di cosa stiamo parlando? Le risorse per le 150.000 assunzioni nella scuola (non immediate ma a partire dal settembre 2015 e diluite in tre anni) verranno dalla Spending Review, se riuscirà. Taglio del 3% a tutti i Ministeri di spesa. Tagli lineari (obbligati, come più volte solo noi abbiamo sostenuto, perchè i tagli mirati non sono attuabili in un paese di lobby e mafie come l'Italia). Apriti cielo!“evasione fiscale,società partecipate, corruzione”: in aggiunta ai soldi per gli aumenti degli stipendi pubblici dovrebbero vedere il recupero di risorse anche per le assunzioni degli insegnanti precari. Se fosse questione di sola volontà politica (e non invece come pensiamo noi di oggettiva impossibilità tecnica di ottenere risultati a breve termine in una situazione tipica di buoi scappati) qualcuno ci sa indicare quale schieramento politico realisticamente, vincendo le elezioni, avrebbe potuto, potrebbe o potrà in tre mesi tirar fuori tutte queste risorse? Ma siete sicuri che ancora in Italia vi siano tutti questi soldi o che invece non siano stati già portati altrove?Non credete che la risposta non sia nel passato ma nel futuro, nel riorganizzare il Fisco,i Servizi Pubblici e gli appalti pubblici?e soprattutto, in misure shock, immediate, per fronteggiare l'emergenza occupazionale non con assunzioni pubbliche ma mettendo le imprese in condizione di lavorare in Italia? Ma i Sindacati del Pubblico Impiego si accontenterebbero di meno: che la Corte costituzionale dichiari illegittimo il blocco dei contratti (e poi, da dove uscirebbero fuori i soldi?) e che riesca uno sciopero generale, cioè che ogni lavoratore butti via una giornata di retribuzione, equivalente a una frazione mensile dell'aumento contrattuale, facendo risparmiare il governo, come tutti sanno. Anzi, potrebbe essere una idea: un mese di sciopero generale (d'accordo col Governo). Col risparmio il Governo potrebbe rinnovare i contratti, concedere gli aumenti, far vincere politicamente i sindacati. Solo che il singolo lavoratore alla fine dell'anno si troverebbe con lo stesso reddito di prima.O forse non sciopererebbe nessuno, cercando di fregare i colleghi costruendosi un aumento col sacrificio altrui.
Ma a parte questi scenari tragicomici, è l'inadeguatezza politica dei sindacati che fa piangere. I Sindacati dovrebbero essere i primi sostenitori dei tagli e delle riforme perchè gli sprechi sono contro i lavoratori, così come una PA inefficiente. I sindacati della scuola dovrebbero porre il problema del numero eccessivo degli insegnanti , nonostante queste 150.000 annunciate assunzioni e sostenere una vera riforma che porti la scuola italiana all'altezza degli standard europei.
Ma anche sugli uomini in divisa questa bagarre sta occultando alcune questioni di fondo.Una sola Polizia al posto di cinque, l'aumento degli stipendi ai poliziotti ridimensionando quelli dei dirigenti di polizia, la costruzione di nuove carceri, l'adozione di un modello all'americana relativamente al diritto del cittadino di armarsi. In Italia c'è troppa polizia . Ridurre il numero,pagarli meglio, educare il cittadino alla difesa personale.Non c'è sicurezza, è un fatto incontestabile. Se il cittadino potesse proteggersi da solo, minacce incostituzionali di sciopero delle forze dell'ordine sarebbero irrilevanti.Come al solito in Italia vi sono categorie che cercano di approfittare di ritardi dello Stato.
Analogamente per la difesa. Nella quale albergano ancora troppi papaveri, imboscati e parassiti.Vedremo se effettivamente questi soldi saranno stati in questi decenni ben spesi quando , come sta accadendo ora, prenderà corpo il rischio di attentati terroristici interni, o di attacchi da sud o da est da parte di fondamentalisti e tagliagole. Il cittadino italiano medio è concretamente oggi in grado, in caso di necessità, di difendere sé stesso, la sua Famiglia e la Patria imbracciando un' arma, al pari di quanto avviene in altri paesi?PA, Scuola, Difesa: la domanda è sempre la stessa. Si tratta di organizzazioni efficienti?Utili?Che giustifichino il carico fiscale sui cittadini?Il problema, come si vede, è un po' più complesso e grave dei 100 euro in più nello stipendio e dell'appartenenza o meno al ceto medio di chi lavora in questi settori.
Così come, parlando della riforma della PA, dobbiamo decidere se perdere ancora tempo dietro a sogni irrealizzabili come si è fatto negli ultimi 40 anni o se è arrivata ora di intraprendere altre strade .La lotta all'evasione fiscale (fenomeno storicamente speculare e legato, non dimentichiamolo, all'indebitamento pubblico e alle assunzioni clientelari soprattutto a beneficio del Mezzogiorno nella Pubblica Amministrazione) è fallita perchè è il sistema fiscale che ha assunto caratteristiche demenziali. L'idea della Flat Tax è ottima e a chi obbietta la violazione del principio di progressività (obiezione a cui già qualificati esperti hanno replicato ipotizzando correttivi sul piano della modulazione diversificata delle detrazioni) ripetiamo quanto affermato relativamente all'adozione dello Spoils-System per i dirigenti pubblici: è una buona occasione per cambiare la Costituzione. Le conseguenze, relativamente al futuro dell'Agenzia delle Entrate e ai concorsi per dirigenti, sono ovvie, dal nostro punto di vista. Certo, se ciò si realizzasse crollerebbe tutto un mondo di commercialisti, tributaristi, dirigenti-funzionari che arrotondano da consulenti, sindacati che hanno alimentato contenziosi giudiziari,corruzione, ecc. Tra non molto i dirigenti scolastici decideranno sugli scatti di merito degli insegnanti. Bene, era ora. Però non basta. Occorrerà che entrambe le figure si aggiornino e riqualifichino (sì, proprio come si fa con il vecchiume nei centri storici). E lo stesso nella amministrazione della giustizia. Solo noi, francamente, abbiamo sempre sostenuto che la riorganizzazione di quel personale è indispensabile. Ma soprattutto la digitalizzazione accompagnata dal blocco del turn over. Il futuro è nella diminuzione del personale in tutta la PA attraverso un utilizzo oculato dell'informatica e un conseguente risparmio.E se ciò provocasse la riduzione del numero dei tesserati ai Sindacati, chissenefrega, meglio così che pesare sull'esistenza dei cittadini.. Se (e non siamo d'accordo) gli 80 euro vengono considerati una elemosina, cosa sarebbero invece 100 euro di aumento contrattuale, una botta di vita?Ma non fateci ridere!Anche qui, è ora di innovare. Guardare in faccia alla realtà. Chi non è d'accordo in teoria su un aumento di stipendio a favore di un onesto lavoratore pubblico? Tutti lo siamo. Ma occorre vedere se ci sono i soldi e se quelli previsti in futuro siano probabili e veri.L'Italia è un Paese in cui occorre che si riprenda a creare ricchezza.Se gli espropri proletari non si realizzano neppure a Cuba o in Cina ci sarà un motivo. E quindi è difficile che si realizzino in Italia con patrimoniali o prelievi notturni alla Giuliano Amato o massacrando i proprietari di immobili. Occorre una giustizia e una equità retributiva, certamente. Ma in nessun paese del mondo uno si arricchisce facendo l'impiegato statale. Se, come legittimo, un dipendente pubblico ambisce a guadagnare di più è giusto , come avviene ora , che lavori in nero (o peggio, vada in cerca di bustarelle) o non sarebbe meglio che alla luce del sole, in deroga al principio di esclusività, gli fosse consentito, pagando le tasse, di fare un secondo lavoro nel privato o, ancor meglio, di guardarsi intorno e cercare di diventare imprenditore, lasciando la PA? Avendo veramente più soldi in tasca da spendere per sostenere consumi e domanda interna?La Costituzione'Cambiamola, no?Le riforme a che servono, se non a vivere meglio?La contrattazione pubblica? Ricordate? Solo noi avevamo detto che era una cagata pazzesca (e, non a caso, nel Pubblico Impiego, le categorie “forti” se ne sono tirati fuori...).Abbiamo fiducia che l'Italia emersa dalle recenti elezioni europee abbia colto queste esigenze e che sosterrà scelte coraggiose e ineludibili. Solo una richiesta facciamo a Renzi: accelera su riforma fiscale e del lavoro, perchè è questo che veramente interessa alla gente.



sabato 12 luglio 2014

COOPERATIVE: LE DIECI DOMANDE DELL'AGL AL GOVERNO-RENZI

DAL SITO DEL QUOTIDIANO “IL GIORNO”


Pagamenti in nero a oltre mille dipendenti, scatta la maxi inchiesta della Finanza

Quattro indagati. Dipendenti che neppure sapevano di essere soci della coperativa per cui lavoravano. Secondo le accuse sarebbero stati pagati stipendi in nero per 4,5 milioni di euro IL VIDEO DELL'OPERAZIONE
di Fabrizio Lucidi
Lodi, 12 luglio 2014 - Bufera su una importante ditta di logistica della Bassa Lodigiana. Nel mirino, due delle cooperative che lavorano all'interno dello stabilimento, a Somaglia. L'inchiesta della Guardia di Finanza è nata nel 2013, dopo una raffica di scioperi degli operai licenziati dopo la sostituzione di cooperative all'interno del polo logistico. Al tempo, alcune sigle sindacali avevano denunciato irregolarità subite da alcuni lavoratori. 
Così, le fiamme gialle hanno voluto vederci chiaro creando una task force investigativa composta da militari del Nucleo di Polizia tributaria e della Compagnia di Lodi, supportata da elementi scelti del Comando provinciale. Quindi, sono scattati pedinamenti e l'audizione riservata di decine di dipendenti delle cooperative; in parallelo, sono state disposte indagini bancarie e i militari sono entrati in forze, più volte, nello stabilimento sia per sequestrare i documenti sia per testare la validità delle risultanze investigative. 
Risultato? Le fiamme gialle hanno scoperto “che molti lavoratori non sapevano di essere formalmente soci della cooperativa che li pagava - fa sapere il Comando - Anomalie che potrebbero configurare gravi ipotesi di reato a carico dei responsabili anche occulti delle apparenti cooperative: emissione di documenti falsi, truffa aggravata ai danni dello Stato”. Tutti fatti segnalati alla Procura. Documenti falsi, perché le cooperative avrebbero emesso a favore dei “dipendenti” buste paga riportanti trasferte in realtà mai avvenute. Tutto – secondo l'accusa – per evitare di pagare le tasse. Chi, fra i lavoratori, si rifiutava si sottostare a queste decisioni sarebbe stato messo all'indice con l'assegnazione dei lavori più pesanti e l'impossibilità di fare ore di straordinario per incrementare lo stipendio. 
Un sistema che – secondo le Fiamme Gialle – avrebbe goduto di impensabili connivenze da parte di alcuni sindacalisti. I formali rappresentanti delle due cooperative (entrambi indagati) avrebbero inoltre ottenuto l'ammissione alla cassa integrazione in deroga per decine di migliaia di ore di lavoro facendo figurare difficoltà economiche che in realtà non c'erano. Perché con quegli stessi soldi pubblici incassati, gli imprenditori avrebbero pagato il lavoro svolto dai dipendenti. Secondo i calcoli della Guardia di Finanza, in questo caso fra il 2010 e il 2013 le aziende avrebbero pagato 4,5 milioni di euro in stipendi in nero, proprio per non far risultare che in realtà le commesse e i carichi di lavoro si erano mantenuti stabili. In altre parole, le coop erano tutt'altro che in crisi,. Eppure, con artifizi contabili e manovre spregiudicate, avrebbero incassato i soldi pubblici della cassa integrazione. Una delle due cooperative aveva perfino ottenuto l'accesso a un finanziamento da 180mila euro da parte della Regione Lombardia per un progetto a beneficio del benessere dei dipendenti, senza però averne i requisiti. Ora sono in corso gli approfondimenti da parte della Procura di Lodi, che ha già iscritto sul registro degli indagati quattro persone.  """""""""


LE DIECI DOMANDE DELL'AGL AL GOVERNO-RENZI


  1. PERCHE' SOLO GDF E CARABINIERI SONO CAPACI DI CONTRASTARE IN ITALIA LE FALSE COOPERATIVE? E Il MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO? E LE REGIONI? E I SERVIZI ISPETTIVI DEL LAVORO?COSA FANNO DA ANNI?
  2. LE COOPERATIVE PAGANO OGNI DUE ANNI ALL'ERARIO O ALLE CENTRALI COOPERATIVE UN ONEROSO “CONTRIBUTO BIENNALE DI REVISIONE”. IN CAMBIO, DOVREBBERO ESSERE VISITATE PERIODICAMENTE DA UN ISPETTORE VERO.LO STATO REVISIONA SOLO IN MINIMA PARTE LE SUE COOPERATIVE, LE CENTRALI CONTROLLANO “AMICHEVOLMENTE” LE LORO. SE QUESTI SONO I RISULTATI, CI DOMANDIAMO: DOVE SONO FINITI I SOLDI PAGATI DALLE COOPERATIVE E OGGI NON E' MEGLIO CHE QUESTI SOLDI RIMANGANO ALLE COOPERATIVE?
  3. COME E' POSSIBILE CHE, RELATIVAMENTE ALLE REVISIONI DELLE CENTRALI COOPERATIVE (SOGGETTI PRIVATI) I CONTROLLORI (LE ASSOCIAZIONI COOPERATIVE) COINCIDANO CON I CONTROLLATI (LE COOPERATIVE ASSOCIATE)?
  4. NEL MONDO COOPERATIVO SONO ATTIVI SINDACATI GIALLI, I CUI CAPI CONTATTANO I PRESIDENTI, VENDONO LORO PACCHETTI DI TESSERE DEL LORO SINDACATO, TESSERE CHE SONO PAGATE DAI DATORI DI LAVORO E ATTRIBUITE AI LAVORATORI STESSI SPESSO A LORO INSAPUTA, ALLO SCOPO DI POTER APPLICARE CONTRATTI PIRATA ED ESTROMETTERE I SINDACATI VERI DALLE TRATTATIVE E RAPPRESENTANZE AZIENDALI. LO STATUTO DEI LAVORATORI VIETA CIO' . PERCHE' I SOGGETTI PREPOSTI NON SANZIONANO TALI COMPORTAMENTI?
  5. E' COSI' DIFFICILE ACCERTARE GLI INTRECCI DI INTERESSI TRA DIRIGENTI E FUNZIONARI PUBBLICI INFEDELI E  COOPERATIVE? BASTEREBBE INCENTIVARE E PREMIARE LE DENUNCE, FONDATE, CHE PROVENISSERO DALL'INTERNO DEGLI UFFICI STESSI, NEI QUALI TUTTI SANNO TUTTO DI OGNUNO
  6. SI STA RIFORMANDO DA ANNI IL DIRITTO DEL LAVORO.E' COSI' COMPLICATO RIVEDERE L'ISTITUTO DELLA TRASFERTA IN MANIERA CHE NE CESSI IL GENERALIZZATO UTILIZZO FRAUDOLENTO CHE TUTTI CONOSCIAMO DA ANNI?
  7. LE PERSONE FISICHE CHE CREANO E SVILUPPANO LE COOPERATIVE SPURIE SONO SPESSO LE MEDESIME DA ANNI, OPERATIVE DAGLI ANNI OTTANTA. PERCHE' NON ISTITUIRE UN “DASPO” PER CHI SI SIA RESO RESPONSABILE DI TALI COMPORTAMENTI NEL MONDO COOPERATIVO?
  8. SE RUBO UNA MELA AL SUPERMERCATO VIENE CHIAMATO IL 113 , VENGO PRESO E SBATTUTO IN GALERA. SE SONO UN DATORE DI LAVORO CHE CON ATTI VIOLENTI (FISICI O MORALI) ROVINO DEI LAVORATORI E LE LORO FAMIGLIE, LA GIUSTIZIA MI PERSEGUE DOPO MOLTO TEMPO E HO BUONE POSSIBILITA' DI FARLA FRANCA. MA INVECE DI AVERE UN ISPETTORATO DEL LAVORO COME L'ATTUALE NON SAREBBE MEGLIO AVERE IN ITALIA UNA POLIZIA DEL LAVORO VERAMENTE CAPACE DI UN PRONTO INTERVENTO?
  9. GLI INVESTITORI STRANIERI NON VENGONO IN ITALIA PERCHE' NON POSSONO FARE QUELLO CHE GLI PARE OPPURE PERCHE' IN ITALIA NON C'E' SERIETA' NEL MONDO DEL LAVORO E SICUREZZA IN REGOLE CHE SIANO APPLICABILI E APPLICATE?
  10. PERCHE' NON VENGONO IMMEDIATAMENTE CHIUSI QUEGLI ENTI BILATERALI CHE PRODUCONO E VENDONO FALSE CERTIFICAZIONI DI CONTRATTI DI APPALTO E DI CONTRATTI DI LAVORO? E' COSI' DIFFICILE INDIVIDUARLI (BASTA CHIEDERE IN GIRO)?

venerdì 11 luglio 2014

ANCHE L'AGL E' D'ACCORDO CON IL MOVIMENTO 5 STELLE NELLA GIUSTA BATTAGLIA CHE STA CONDUCENDO IN PARLAMENTO CONTRO IL POS OBBLIGATORIO

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO
http://www.beppegrillo.it

"POS obbligatorio: le reazioni di commercianti e artigiani #tePOSsino


Il M5S da sempre è a fianco delle PMI. Per questo attraverso una risoluzione in commissione Finanze abbiamo chiesto al Governo di:
1) fare in modo che fino al 30 giugno 2015 l'obbligo riguardi soltanto i soggetti con almeno 200mila euro di fatturato;
2) escludere dal vincolo tutte le nuove attività per almeno due anni;
3) prevedere che i costi delle transazioni siano a carico delle banche.
Inoltre il M5S in Lombardia ha presentato una mozione, approvata dal Consiglio, che chiede che la Regione Lombardia si attivi presso il Governo per sospendere il provvedimento che rende obbligatorio il POS per le piccole imprese fino a quando i costi del servizio bancario non saranno in linea con la media europea
"Il 30 giugno 2014 è entrata in vigore la legge sul pos. La norma è molto contradditoria e ha creato molta confusione, soprattutto alle categorie più colpite, che si dicono indignate. L’introduzione dei sistemi di pagamento elettronici era già stata disposta in un decreto del 2012, tenuta congelata fino ad oggi.
Vediamo quali sono i punti essenziali della legge:
1) Gli interessati al provvedimento sono i professionisti, gli artigiani e i piccoli esercenti (si contano circa 1,5 milione di persone) che hanno l’obbligo di munirsi del pos
2) I pagamenti superiori a 30 euro devono essere effettuati tramite carta di credito e bancomat ogni volta che il cliente lo richiede ma anche con bonifico e assegno
3) E’ stato calcolato che il pos costa di media 1200 - 1700 euro l’anno a carico del commerciante
4) Al momento non sono previste sanzioni a chi non accetta pagamenti con pos
5) Rimane invariata la possibilità di pagare in contanti fino a un limite massimo di 1000 euro
Il Segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi si è già opposto a questa manovra e denuncia l’ingiustizia di un provvedimento che mira a mettere in difficoltà economica gli artigiani: “Milioni d’imprese (…) sono costrette a sostenere dei costi inutili: autotrasportatori, imprese di costruzioni che lavorano per il pubblico, aziende metalmeccaniche, tessili, dell’abbigliamento o della calzatura che lavorano in subfornitura; le imprese di pulizie che prestano servizio presso gli studi privati o negli enti pubblici e i commercianti all’ingrosso”.
La norma sul pos è stata introdotta col fine di limitare l’evasione fiscale dei liberi professionisti e nel mirino ci sono soprattutto: idraulici, elettricisti, falegnami, antennisti, manutentori di caldaie e tutti gli artigiani che effettuano lavori “a casa della gente”. Il principio di applicazione di questa norma è basato sulla tracciabilità fiscale, ma allora viene da chiedersi che affidabilità hanno dei dati parziali, visto che non sono previste multe per chi non si adegua. Questa è la prima contraddizione evidente. La seconda riguarda invece le banche. Sì, perché, come sempre, alla fine chi ci guadagna sono loro. Commercianti e artigiani contestano le commisioni bancarie, troppo alte rispetto il resto dell’Europa e del mondo.
A quanto pare malcontenti e malumori non sono passati inosservati e il Ministro Federica Guidi ha convocato un incontro previsto per il 16 luglio. Convocati il Ministero dello Sviluppo economico, il Ministero del Tesoro e il consorzio Bancomat.
In questi giorni assistiamo a un’informazione parziale. Si vuole far credere alla gente che artigiani e commercianti siano contro l’obbligo del pos per poter evadere, ma non è così! Noi abbiamo incontrato diversi onesti liberi professionisti e titolari di piccole attività, li abbiamo conosciuti e abbiamo parlato con loro. La vera notizia è questa: tutti sono d’accordo sulla comodità dell’utilizzo del pos e sulla necessità di combattere l’evasione. Il problema è un altro: nessuno ci deve rimettere a scapito delle banche.
Ascoltate le testimonianze che abbiamo raccolto e se anche voi avete una storia da raccontare inviateci il vostro video scrivendo #tePOSsino nei tag di youtube e nel titolo e lasciate i vostri commenti su twitter." LaCosa"

RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE:TUTTI LO PENSANO MA NESSUNO HA IL CORAGGIO DI DIRLO. COME AFFERMO' REAGAN PER GLI USA, ANCHE IN ITALIA LO STATO E' IL PROBLEMA, NON LA SOLUZIONE.L'UNICA POSSIBILITA' PER IL LAVORATORE PUBBLICO DI CONSERVARE IL POSTO DI LAVORO E DI AVERE STIPENDI PIU' ALTI E' DI CONVINCERE L'OPINIONE PUBBLICA DI SERVIRE A QUALCOSA IN UNA ORGANIZZAZIONE RINNOVATA PER FINANZIARE LA QUALE IL CONTRIBUENTE CONDIVIDA CHE VALGA LA PENA PAGARE LE TASSE. PARTIRE DUNQUE DALLA VERITA', NON DALLE MENZOGNE CHE I SINDACATI DEL LAVORO PUBBLICO STANNO PROPINANDO AI LAVORATORI E AI POLITICI, SOSTENENDO TESI INDIFENDIBILI E DESTINATE ALLA SCONFITTA. SAREBBERO DISPOSTI A MORIRE PUR DI SERVIRE FINO ALL'ULTIMO I LORO VERI PADRONI, I CATTIVI DIRIGENTI PUBBLICI , A LORO VOLTA BUONI SOLO, IN QUALSIASI STAGIONE E INDIPENDENTEMENTE DALLA BANDIERA, A PROPORSI COME ZERBINI DELLA CATTIVA POLITICA, PUR DI CONSERVARE LA PROPRIA POLTRONA LAUTAMENTE STIPENDIATA . QUANDO INVOCATE , A DIFESA DEL VECCHIO, I PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA, SIAMO SICURI CHE I POVERI PADRI COSTITUENTI SI RIVOLTANO NELLA TOMBA. VERGOGNATEVI , PARASSITI FANNULLONI. I LAVORATORI SAPRANNO, UTILIZZANDO UN BUON INSETTICIDA, LIBERARSI DI VOI PURIFICANDO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, BENE COMUNE.


venerdì 27 giugno 2014

RIFORMA DELLA PA: I GRANDI SINDACATI, PRESENTI NEL CNEL, SEMPRE PIU' NEL PALLONE (A SPESE DEL CONTRIBUENTE)


da http://blog.quotidiano.net

Camera con vista

di Giancarlo Mazzuca, direttore de "Il Giorno"


Cnel sfiducia chi taglia

  27 giugno 2014
NESSUN GIORNALE ha riportato la notizia, ma, l’altro giorno, è successo un fatto non certo strano, che dimostra come le ultime resistenze della Casta sono dure a morire perché lo slogan che gira nel Palazzo è uno solo: finché c’è vita, c’è speranza.

È il caso del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia del lavoro - una volta chiamato, pomposamente, la “terza Camera” - che il governo Renzi ha deciso di abolire rispettando, ovviamente, i tempi necessari (a fine anno?) per il suo scioglimento, essendo un organo costituzionale. Dunque, succede che, nell’ultima assemblea, il segretario generale, Franco Massi, è assente: viene subito votata una mozione che lo sfiducia per la quarta volta in tre anni. Sono presenti 36 consiglieri su 65, non ha partecipato al voto il presidente Marzano: 21 (soprattutto i sindacalisti) sono favorevoli alla mozione, 9 (terzo settore e Confcommercio in particolare) contrari, mentre 6 (soprattutto i rappresentanti di Confindustria) si astengono. Peccato solo che Massi è proprio quel grand commis dello Stato che ha dimostrato sul campo come si possono tagliare drasticamente le spese del Cnel.

Se, infatti, nel periodo 2010-2012, il Consiglio costava, mediamente, 18,2 milioni di euro ogni dodici mesi per sfornare 34 documenti e appena due disegni di legge, nell’ultimo triennio il costo annuale è sceso a 12,7 milioni, cinque e mezzo in meno, per produrre 30 documenti, 3 disegni di legge e 3 notiziari telematici. In tal modo, è stato, così, restituito allo Stato il 35% dei fondi di dotazione percepiti. Non era mai successo.
Caro Renzi, con tutta la tua buona volontà, sarà dura, molto dura, vincere definitivamente la battaglia anti-spreco...
giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net

lunedì 2 giugno 2014

L'AGL SOSTIENE "SENZA SE E SENZA MA" I 44 PUNTI DEL GOVERNO RENZI SULLA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

"""""Vogliamo fare sul serio.
L'Italia ha potenzialità incredibili. Se finalmente riusciamo a mettere in ordine le regole del gioco
(dalla politica alla burocrazia, dal fisco alla giustizia) torniamo rapidamente fra i Paesi leader del
mondo. Il tempo della globalizzazione ci lascia inquieti ma è in realtà una gigantesca opportunità per
l'Italia e per il suo futuro. Non possiamo perdere questa occasione.
Vogliamo fare sul serio, dobbiamo fare sul serio.
Il Governo ha scelto di dare segnali concreti. Questioni ferme da decenni si stanno finalmente
dipanando. Il superamento del bicameralismo perfetto, la semplificazione del Titolo V della
Costituzione e i rapporti tra Stato e Regioni, l'abolizione degli enti inutili, la previsione del ballottaggio
per assicurare un vincitore certo alle elezioni, l'investimento sull'edilizia scolastica e sul dissesto
idrogeologico, il nuovo piano di spesa dei fondi europei, la restituzione di 80 euro netti mensili a chi
guadagna poco, la vendita delle auto blu, i primi provvedimenti per il rilancio del lavoro, la riduzione
dell'IRAP per le imprese. Sono tutti tasselli di un mosaico molto chiaro: vogliamo ricostruire un'Italia
più semplice e più giusta. Dove ci siano meno politici e più occupazione giovanile, meno burocratese e
più trasparenza. In tutti i campi, in tutti i sensi.
Fare sul serio richiede dunque un investimento straordinario sulla Pubblica Amministrazione. Diverso
dal passato, nel metodo e nel merito.
Nel metodo: non si fanno le riforme della Pubblica Amministrazione insultando i lavoratori pubblici.
Che nel pubblico ci siano anche i fannulloni è fatto noto. Meno nota è la presenza di tantissime persone
di qualità che fino ad oggi non sono mai state coinvolte nei processi di riforma. Persone orgogliose di
servire la comunità e che fanno bene il proprio lavoro.
Compito di chi governa non è lamentarsi, ma cambiare le cose. Per questo noi, anziché cullarci nella
facile denuncia, sfidiamo in positivo le lavoratrici e i lavoratori volenterosi. Siete protagonisti della
riforma della Pubblica Amministrazione.
Nel merito: abbiamo maturato alcune idee concrete. Prima di portarle in Parlamento le offriamo
per un mese alla discussione dei soggetti sociali protagonisti e di chiunque avrà suggerimenti, critiche,
proposte e alternative. Abbiamo le idee e siamo pronti a intervenire. Ma non siamo arroganti e quindi ci
confronteremo volentieri, dando certezza dei tempi.
Le nostre linee guida sono tre.
1. Il cambiamento comincia dalle persone. Abbiamo bisogno di innovazioni strutturali:
programmazione strategica dei fabbisogni; ricambio generazionale, maggiore mobilità, mercato
del lavoro della dirigenza, misurazione reale dei risultati, conciliazione dei tempi di vita e di
lavoro, asili nido nelle amministrazioni.
2. Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione. Non possiamo più permetterci nuovi
tagli orizzontali, senza avere chiari obiettivi di riorganizzazione. Ma dobbiamo cancellare i
doppioni, abolendo enti che non servono più e che sono stati pensati più per dare una poltrona
agli amici degli amici che per reali esigenze dei cittadini. O che sono semplicemente non più
efficienti come nel passato. 3. Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei
servizi. Possiamo utilizzare le nuove tecnologie per rendere pubblici e comprensibili i dati di
spesa e di processo di tutte le amministrazioni centrali e territoriali, ma anche semplificare la
vita del cittadini: mai più code per i certificati, mai più file per pagare una multa, mai più moduli
diversi per le diverse amministrazioni.
Ciascuna di queste tre linee guida richiede provvedimenti concreti.
Ne indichiamo alcuni su cui il Governo intende ascoltare la voce diretta dei protagonisti a cominciare
dai dipendenti pubblici e dai loro veri datori di lavoro: i cittadini.
Il cambiamento comincia dalle persone
1) abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio, sono oltre 10.000 posti in più per giovani nella
p.a., a costo zero
2) modifica dell'istituto della mobilità volontaria e obbligatoria
3) introduzione dell’esonero dal servizio
4) agevolazione del part-time
5) applicazione rigorosa delle norme sui limiti ai compensi che un singolo può percepire dalla pubblica
amministrazione, compreso il cumulo con il reddito da pensione
6) possibilità di affidare mansioni assimilabili quale alternativa opzionale per il lavoratore in esubero
7) semplificazione e maggiore flessibilità delle regole sul turn over fermo restando il vincolo sulle
risorse per tutte le amministrazioni
8) riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego
9) introduzione del ruolo unico della dirigenza
10) abolizione delle fasce per la dirigenza, carriera basata su incarichi a termine
11) possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico, oltre un termine
12) valutazione dei risultati fatta seriamente e retribuzione di risultato erogata anche in funzione
dell’andamento dell’economia
13) abolizione della figura del segretario comunale
14) rendere più rigoroso il sistema di incompatibilità dei magistrati amministrativi
15) conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni
 Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione
16) riorganizzazione strategica della ricerca pubblica, aggregando gli oltre 20 enti che svolgono
funzioni simili, per dare vita a centri di eccellenza
17) gestione associata dei servizi di supporto per le amministrazioni centrali e locali (ufficio per il
personale, per la contabilità, per gli acquisti, ecc.)
18) riorganizzazione del sistema delle autorità indipendenti
19) soppressione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione e attribuzione delle funzioni alla
Banca d'Italia
20) centrale unica per gli acquisti per tutte le forze di polizia
21) abolizione del concerto e dei pareri tra ministeri, un solo rappresentante dello Stato nelle
conferenze di servizi, con tempi certi
22) leggi auto-applicative; decreti attuativi, da emanare entro tempi certi, solo se strettamente
necessari
23) controllo della Ragioneria generale dello Stato solo sui profili di spesa
24) divieto di sospendere il procedimento amministrativo e di chiedere pareri facoltativi salvo casi
gravi, sanzioni per i funzionari che lo violano
25) censimento di tutti gli enti pubblici
26) una sola scuola nazionale dell’Amministrazione
27) accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione civile
28) riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio (es. ragionerie provinciali e sedi regionali
Istat) e riduzione delle Prefetture a non più di 40 (nei capoluoghi di regione e nelle zone più
strategiche per la criminalità organizzata)
29) eliminazione dell'obbligo di iscrizione alle camere di commercio
30) accorpamento delle sovrintendenze e gestione manageriale dei poli museali
31) razionalizzazione delle autorità portuali
32) modifica del codice degli appalti pubblici
33) inasprimento delle sanzioni, nelle controversie amministrative, a carico dei ricorrenti e degli
avvocati per le liti temerarie 34) modifica alla disciplina della sospensione cautelare nel processo amministrativo, udienza di merito
entro 30 giorni in caso di sospensione cautelare negli appalti pubblici, condanna automatica alle spese
nel giudizio cautelare se il ricorso non è accolto
35) riforma delle funzioni e degli onorari dell’Avvocatura generale dello Stato
36) riduzione delle aziende municipalizzate
Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei
servizi
37) introduzione del Pin del cittadino: dobbiamo garantire a tutti l’accesso a qualsiasi servizio pubblico
attraverso un'unica identità digitale
38) trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche: il sistema Siope diventa “open data”
39) unificazione e standardizzazione della modulistica in materia di edilizia ed ambiente
40) concreta attuazione del sistema della fatturazione elettronica per tutte le amministrazioni
41) unificazione e interoperabilità delle banche dati (es. società partecipate)
42) dematerializzazione dei documenti amministrativi e loro pubblicazione in formato aperto
43) accelerazione della riforma fiscale e delle relative misure di semplificazione
44) obbligo di trasparenza da parte dei sindacati: ogni spesa online
Sarà per noi importante leggere le Vostre considerazioni, le Vostre proposte, i Vostri suggerimenti.
Scriveteci all'indirizzo rivoluzione@governo.it
La consultazione sarà aperta dal 30 aprile al 30 maggio. Nei giorni successivi il Governo predisporrà le
misure che saranno approvate dal Consiglio dei Ministri venerdì 13 giugno 2014.
Grazie di cuore e, naturalmente, buon lavoro.
Matteo Renzi Marianna Madia"""""